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Vertenza Versalis, lettera aperta della CNA iblea
Vertenza Versalis a Ragusa, la Cna si rivolge alla deputazione regionale dell’area iblea soffermandosi anche sul futuro dei lavoratori dell'indotto. Per domani i sindacati hanno previsto una giornata di sciopero generale alla quale in tanti hanno aderito
Le confederazioni sindacali Filctem, Femca e Uiltec del settore chimico ed energetico di Ragusa hanno proclamato per domani uno sciopero generale per dire no alla chiusura dello stabilimento Eni Versalis previsto per il 31 dicembre; sono tante le adesioni finora arrivate e le prese di posizione per dire no a questa decisione, sia dal mondo politico che da quello produttivo. E’ di questa mattina una lettera aperta della CNA ai deputati regionali iblei proprio sulla vertenza Versalis. “La chiusura dello stabilimento di Ragusa, scrivono i vertici ragusani dell’associazione di categoria – preoccupa seriamente l’intero territorio. Si dice che diventerà un centro direzionale. In questi casi la prima preoccupazione va, come è giusto che sia, verso i posti di lavoro dei dipendenti che andranno perduti. Ma non possono e non devono cadere nel dimenticatoio le tante piccole imprese e i loro lavoratori che fanno parte dell’indotto. Tre consorzi di autotrasportatori composti da 135 padroncini, con un parco circolante di oltre 200 mezzi e con oltre 100 dipendenti, hanno la stessa dignità dei lavoratori dell’Eni”. “Le centinaia di attività di riparazione, di fornitura di mezzi di ricambio, di gommisti che danno un servizio al settore dei trasporti industriali – continua il documento – che fine faranno? Sono a rischio milioni di euro di fatturato, di reddito e di lavoro. Questo mondo non può essere ignorato. Queste imprese hanno sostenuto e stanno sostenendo degli investimenti; di fronte a ciò la Regione non può rimanere indifferente.” La CNA chiede che i parlamentari regionali sollecitino le istituzioni regionali ad attivare un tavolo di confronto con il governo nazionale, l’Eni, e le organizzazioni di categoria e sindacali. La “riconversione” di un impianto non può generare disoccupazione e la crisi di un comparto che ha creato e crea lavoro produttivo. Lo sciopero di domani prevede un raduno e un corteo che partirà alle 10 da piazza Libertà e si concluderà a piazza Poste. La mobilitazione si fermerà anche davanti gli impianti Versalis.