Catania

Uccise la prozia per l’eredità, a processo per omicidio

L'eredità è considerata dai giudici il movente del presunto omicidio

di Sergio Randazzo -

Paola Pepe, catanese di 58 anni, sarà processata per omicidio premeditato e circonvenzione di incapaci, in seguito all’accusa di aver causato la morte della prozia Maria Basso, 80 anni, per entrare in possesso della sua eredità. Il gup Sebastiano Fabio Di Stefano Barbagallo ha accolto la richiesta della Procura, fissando la prima udienza per l’8 luglio davanti alla Corte d’assise di Catania.

Arrestata e posta ai domiciliari il 22 febbraio

Pepe è accusata di aver invitato la prozia a pranzo, facendole mangiare cibi solidi nonostante la sua malattia le imponesse di ingerire solo cibo omogenizzato, causandone la morte per polmonite ab ingestis. Maria Basso è morta il 16 dicembre 2022 in una casa di cura di Aci Castello, dove era stata portata dall’imputata. La difesa, rappresentata dall’avvocato Carmelo Peluso, contesta la ricostruzione, affermando che tra le due donne c’era affetto e che la prozia considerava Paola Pepe “una figlia mancata”. Sostiene che la donna aveva mangiato cibo triturato, come fatto altre volte. Pepe è anche accusata di circonvenzione d’incapace poiché Basso cambiò il testamento pochi giorni prima del decesso, nominando la nipote erede universale. L’eredità è considerata dai giudici il movente del presunto omicidio.