Cronaca

Truffa eco-bonus, quattro misure cautelari e sequestro beni

Indagine condotta nel settore dell'indebita percezione di bonus edilizi

di Sergio Randazzo -

Sono state alcune anomalie nei movimenti di denaro, consistenti in giroconti bancari verso conti correnti esteri, con la causale “accredito per cessione crediti d’imposta”, ad insospettire i finanzieri di Messina. Le indagini, infatti, hanno approfondito un vasto giro di denaro dovuto all’indebita percezione di bonus edilizi. L’ordinanza del tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto ha disposto il sequestro preventivo di circa 1,7 milioni di euro nei confronti di quattro persone fisiche e di un istituto di credito, nell’ambito di un’indagine riguardante l’indebita percezione di bonus edilizi. E’ emerso un sistema fraudolento volto a lucrare sui benefici fiscali introdotti dal decreto legge 34 del 2020, noto come decreto “Rilancio”, e successive integrazioni. Dai primi accertamenti, la Guardia di Finanza di Milazzo ha riscontrato che flussi finanziari per oltre 800.000 euro provenivano da un istituto di credito che aveva monetizzato per alcuni contribuenti i crediti delle agevolazioni fiscali riconducibili agli “ecobonus – sismabonus – bonus facciate – bonus recupero patrimonio edilizio”, ceduti tramite la piattaforma “cessione crediti” dell’Agenzia delle Entrate. Ulteriori approfondimenti, hanno permesso di ricostruire ulteriori ingenti crediti ottenuti mediante l’inserimento nei sistemi informatici di dichiarazioni mendaci. È emerso che i richiedenti non avevano appaltato ad alcuna ditta i lavori di manutenzione né ricevuto fatture corrispondenti agli importi autocertificati nelle istanze. Inoltre, non risultava alcuna comunicazione di inizio lavori (Cila/Cilas) presso gli uffici comunali competenti, né gli indagati risultavano proprietari o conduttori degli immobili. I fittizi crediti fiscali così creati venivano poi ceduti ad un istituto creditizio per la successiva monetizzazione.