Attualità
Torture al carcere Cerulli: “Situazione fuori controllo”
Emergono nuovi inquietanti particolari. Intanto si chiedono interventi più concreti per migliorare le condizioni degli istituti di pena
“Appena succede qualcosa, saliamo nel reparto… li sminchiamo”. E se i dottori parlano. “Sminchiamo anche loro”. I poliziotti si organizzavano in “squadrette” per picchiare i detenuti.
Emergono dettagli inquietanti dall’inchiesta sulla sezione Blu del carcere Pietro Cerulli di Trapani. Un’inchiesta che ha svelato torture, abusi, maltrattamenti ai danni dei detenuti più fragili, quelli con problemi psichici, che venivano rinchiusi in condizioni degradanti. L’indagine della Procura di Trapani ha fatto emergere un lato nascosto del carcere di Trapani, dove alcuni detenuti non avevano diritti e venivano maltrattati dagli agenti della polizia penitenziaria. 11 poliziotti sono finiti agli arresti domiciliari, altri 14 sono stati sospesi dal servizio. E sono 46 gli indagati, un agente su cinque del penitenziario di Trapani è sotto inchiesta.
Detenuti spogliati e umiliati al loro arrivo nella sezione blu. Secchi di acqua e urina gettati addosso, botte e spedizioni punitive. Il tutto è stato ripreso dalle telecamere piazzate di nascosto in quella sezione in cui lo Stato e i diritti dei detenuti sembravano non esistere. Una sezione che è stata chiusa un anno fa per le condizioni di degrado in cui versava.
E oggi sono tante le reazioni all’inchiesta di Trapani,da Ilaria Cucchi, all’associazione Antigone, a Nessuno Tocchi Caino. Ancora una volta si chiedono interventi più incisivi per migliorare le condizioni degli istituti di pena. Le condizioni di degrado al carcere di Trapani erano note da tempo, racconta Rita Bernardini, presidente di Nessuno Tocchi Caino.