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Tornano a Levanzo due rostri risalenti al III secolo A.C.
Le scoperta di Sebastiano Tusa continuano ancora oggi a ricevere conferme sempre più importanti
Nuovi ritrovamenti archeologici nel mare di Levanzo, sito della battaglia delle Egadi: la campagna di ricerche che si sta svolgendo in questi giorni ha consentito il recupero di due rostri in bronzo denominati “Egadi 26” e “Egadi 27”. Sono stati individuati su un fondale di circa 80 metri e recuperati con l’ausilio della nave da ricerca “Hercules” che negli anni ha permesso, grazie alle sofisticate strumentazioni presenti a bordo, l’individuazione e il recupero di numerosi reperti riguardanti l’importante episodio storico del III secolo a.C.. In particolare, in quest’ultima campagna, i subacquei hanno recuperato 15 elmi del tipo Montefortino, 20 paragnatidi (le protezioni per le guance e il viso dei soldati a corredo degli elmi), una spada, un centinaio di monete in bronzo
e, per la prima volta in oltre vent’anni di ricerche, 7 monete in argento. Tutti i reperti sono stati trasferiti presso il laboratorio di primo intervento allestito presso l’ex Stabilimento Florio di Favignana e sono già al vaglio degli archeologi della Soprintendenza del mare. La scoperta di Sebastiano Tusa continua ancora oggi a ricevere conferme sempre più importanti, avvalorando l’intuizione dell’archeologo prematuramente scomparso nel 2019 che aveva consentito l’individuazione del teatro della battaglia che sancì il dominio dei Romani sul Mediterraneo. La battaglia delle Egadi, combattuta nel 241 avanti Cristo, segnò la fine alla prima guerra punica con lo scontro tra la flotta cartaginese e quella romana, a nord-ovest dell’isola di Levanzo. Da alcuni anni, alle ricerche puramente strumentali, sono state affiancate le ricerche con l’impiego dei subacquei altofondalisti che hanno consentito l’individuazione e il recupero di importanti reperti.