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Svolta nella politica migratoria dell’Ue: modello o offesa?

Nuove norme per il rimpatrio dei migranti irregolari discusse all'Eurocamera. Il nuovo regolamento, se passerà, consentirà agli Stati membri di trasferire i richiedenti asilo respinti al di fuori dei confini comunitari. "C'è un modello Italia in Europa" , ha detto Ruggero Razza. Mentre Orlando ribatte che "la continua legislazione europea è un insulto all'ospitalità siciliana"

di Chiara Scucces -

Martedì scorso, in occasione della sessione plenaria del Parlamento europeo, è stato annunciato il nuovo piano europeo per i rimpatri. Il nuovo regolamento nasce con l’intento di colmare la lacuna della politica migratoria riguardo le norme di rimpatrio dei cittadini di Paesi terzi senza il diritto di restare nell’Ue, istituendo delle linee guida comuni e rendendo più severe le norme attuali, per molti versi reputate non idonee. Il piano, se approvato, consentirà agli Stati membri di trasferire i richiedenti asilo respinti in Paesi in cui non hanno mai messo piede. La legge non stabilisce un programma obbligatorio per la costruzione di centri di espulsione (o “hub di rimpatrio”, come li chiama Bruxelles), ma pone le basi legali necessarie per consentire ai governi di stringere accordi con Paesi esterni al blocco che potrebbero essere disposti a ospitare i migranti in cambio di incentivi finanziari. L’Italia starebbe valutando un piano per trasformare i suoi centri in Albania, destinati all’esame delle richieste di asilo, in veri e propri “hub di rimpatrio”. I centri albanesi sono attualmente vuoti dopo una serie di sentenze della Corte d’Appello di Roma; proprio su questo fa leva l’eurodeputato Leoluca Orlando, preoccupato per potenziali violazioni dei diritti umani

Al contrario, per Ruggero Razza, si può parlare di un Modello Italia. Non ci può essere un accesso indiscriminato al territorio europeo, l’immigrazione deve essere controllata anche creando un rapporto di collaborazione in maniera paritaria con i Paesi Africani