Messina

‘Stress da Covid’, annullato l’ergastolo per l’omicidio di Lorena Quaranta

di Sergio Randazzo -

La decisione della Cassazione sta già suscitando aspre polemiche, anche se l’annullamento con rinvio della condanna all’ergastolo per un femminicidio è limitato alla richiesta di valutazione delle attenuanti generiche. In particolare i giudici di merito non avrebbero tenuto conto che l’omicida sarebbe stato “stressato” a causa del Covid.

La sentenza

La sentenza riguarda l’uccisione di Lorena Quaranta, giovane studentessa universitaria originaria della provincia di Agrigento prossima alla laurea in Medicina e Chirurgia, da parte del fidanzato, l’infermiere calabrese Antonio De Pace. Il femminicidio, avvenne nella villetta dove la coppia conviveva a Furci siculo, nel messinese, il 31 marzo del 2020, durante la fase del primo lock down. Al culmine di una lite l’infermiere strangolò la compagna e dopo un tentativo di suicidio chiamò i carabinieri confessando il delitto che sarebbe stato originato, a suo dire, da un presunto “stato d’ansia” causato dalla pandemia. Ed è proprio questo l’aspetto attorno al quale ruota la decisione della Suprema Corte. “Deve stimarsi – si legge nelle motivazioni – che i giudici di merito non abbiano compiutamente verificato se, data la specificità del contesto, possa, ed in quale misura, ascriversi all’imputato di non avere “efficacemente tentato di contrastare” lo stato di angoscia del quale era preda e, parallelamente, se la fonte del disagio, evidentemente rappresentata dal sopraggiungere dell’emergenza pandemica con tutto ciò che essa ha determinato sulla vita di ciascuno e, quindi, anche dei protagonisti della vicenda, e, ancor più, la contingente difficoltà di porvi rimedio costituiscano fattori incidenti sulla misura della responsabilità penale”. Adesso il processo tornerà alla Corte d’Assise d’appello di Messina, dove la Procura generale aveva peraltro già sollecitato la concessione delle attenuanti generiche.

Sulla vicenda interviene il centro antiviolenza Una di noi, presieduto dall’avvocata Cettina Miasi

“La lettura delle motivazioni – scrive – ci lascia sgomente e fortemente allarmate per la tutela di tutte le donne come Lorena”. Critiche bipartisan sulla decisione della Cassazione anche da parte della politica, con i parlamentari di Fratelli d’Italia Alfredo Antoniozzi, Alessandro Urzì e Cinzia Pellegrino, che si dicono “esterrefatti” e parlano di “sentenza da brivido” mentre la deputata del Pd De Biase la bolla come una notizia “terribile” e la presidente di Azione Mara Carfagna esprime “sconcerto”. “Sentenze come questa preoccupano, occorre una profonda riflessione non solo per Lorena ma per la tutela di tutte le donne. Il Covid non può e non deve diventare ‘attenuante’ soprattutto per i casi di femminicidio”, spiega la presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, nonché su ogni forma di violenza di genere Martina Semenzato. Tra i commenti c’è anche quello di Matilde Siracusano, sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento e deputata siciliana di Forza Italia: “La sentenza con la quale la Corte di Cassazione ha deciso di annullare con rinvio, limitatamente all’applicabilità delle attenuanti generiche, la condanna all’ergastolo di Antonio De Pace per l’uccisione di Lorena Quaranta è davvero surreale”, afferma. Infine per la capogruppo di Avs alla Camera Luana Zanella “sembra impossibile che una sentenza della Cassazione consideri come attenuante di un femminicidio lo stress da COVID. Così non si abbatterà mai l’infrastruttura ideologica e culturale del patriarcato che alimenta la violenza maschile sulle donne”.