Attualità

Servizio Sanitario Nazionale in codice rosso tra liste d’attesa e rinuncia alle cure

Cartabellotta, "La politica si è sbarazzata di una consistente quota di spesa pubblica per la sanità"

di Redazione -

Il Servizio sanitario nazionale è in codice rosso: liste di attesa infinite, rinunce alle cure, innovazioni inaccessibili, diseguaglianze senza precedenti. E mentre la sanità pubblica arretra, il privato avanza. E’ l’analisi della Fondazione Gimbe, secondo cui “serve un radicale cambio di rotta” ed un piano di rilancio del Ssn. “La crisi di sostenibilità del Ssn – dichiara Nino Cartabellotta, presidente Gimbe – sta raggiungendo il punto di non ritorno tra l’indifferenza di tutti i Governi che negli ultimi 15 anni, oltre a tagliare o non investire in sanità, sono stati incapaci di attuare riforme coraggiose per garantire il diritto alla tutela della salute”. Il risultato è che oggi i pazienti, avverte, “vivono le conseguenze di un Ssn ormai in codice rosso per la coesistenza di varie malattie: imponente sotto-finanziamento, carenza di personale per assenza di investimenti, mancata programmazione e crescente demotivazione, incapacità di ridurre le diseguaglianze, modelli organizzativi obsoleti e inesorabile avanzata del privato. Un Ssn gravemente malato che costringe i pazienti ad attese infinite, migrazione sanitaria, spese ingenti, sino alla rinuncia alle cure”. Secondo una recente audizione dell’Istat, sottolinea Gimbe, la quota di persone che hanno dovuto rinunciare a prestazioni sanitarie è passata dal 6,3% nel 2019 al 9,6% nel 2020, sino all’l’11,1% nel 2021. La chiave di lettura, commenta Cartabellotta, “è chiarissima: la politica si è sbarazzata di una consistente quota di spesa pubblica per la sanità, scaricando oneri iniqui sui bilanci delle famiglie”.