Attualità

Scuola, il “purgatorio” silenzioso dei precari di sostegno

Tanti docenti di sostegno in Italia sono precari, un “purgatorio” che non dà certezze a loro e danneggia alunni e famiglie che si trovano già a sostenere situazioni di difficoltà

di finmedia -

“Ti chiedo scusa se non ci sarò, anche se la colpa non è mia…”. È questo l’incipit di un lungo post, una lettera aperta che Denise, giovane insegnante di sostegno, ha voluto idealmente scrivere a tutti quei bambini che all’inizio di questo nuovo anno scolastico non rivedranno i loro insegnanti, a causa di un sistema scolastico, incongruente e spesso ipocrita che non riesce a dare continuità all’insegnamento. Il post di Denise diventa così la voce di tantissimi altri docenti in Italia che si trovano in questa situazione, un “purgatorio” che non dà loro certezze e danneggia alunni e famiglie che si trovano già a sostenere situazioni di difficoltà.

le criticità sono evidenti e sono tutte nella natura dei contratti stipulati con questi docenti. Solo nell’ultimo anno, secondo i dati di Orizzonte Scuola, dei circa 186mila docenti di sostegno, soltanto poco più di 80mila avevano un contratto a tempo indeterminato, mentre il resto era precario. A peggiorare la situazione il fatto che la maggior parte di questi docenti non sia specializzata.

La conseguenza diretta di questa situazione è l’assenza di continuità didattica. Con metà degli insegnanti che cambiano scuola ogni anno, si arriva al punto che due alunni con disabilità su tre si trovino ad iniziare settembre con un nuovo docente di sostegno. Questa mancanza di stabilità, sia per gli studenti che per i docenti, non fa altro che minare la qualità dell’istruzione offerta e la capacità di offrire un supporto efficace agli studenti che più ne hanno bisogno e che spesso sono costretti a rivolgersi a professionisti privati.

Il post di Denise in pochissime ore è diventato virale. Centinaia di condivisioni anche da parte di personalità in vista nel mondo della scuola. Segno tangibile che la questione è una ferita aperta da suturare e far guarire il prima possibile.