Caltanissetta

Relazione DIA, ‘Clan gelesi su business droga e appalti’

Resa pubblica la relazione semestrale della Direzione nazionale antimafia. Tra gli aspetti riportati nelle pagine della relazione, il ruolo che ancora hanno i clan gelesi, con i Rinzivillo ormai più radicati degli Emmanuello

di finmedia -

Il traffico di droga, come confermato dall’asse con la zona dell’agrigentino emerso dall’inchiesta “Hybris”, ma anche la volontà costante di “insinuarsi nel tessuto socio-economico di riferimento coinvolgendo esponenti della pubblica amministrazione tramite manovre corruttive, infiltrandosi perlopiù in quei settori produttivi che gestiscono i principali flussi di denaro attraverso l’aggiudicazione di appalti pubblici e privati, per trarre da essi profitti illeciti da reimpiegare in canali legali”. E’ ciò che emerge rispetto alla criminalità organizzata dei clan gelesi, nella relazione sul primo semestre 2023, resa pubblica dalla Dia.

Ancora una volta, si richiama una presenza delle famiglie di mafia comunque rilevante sul territorio. In Cosa nostra, stando a quanto riportato dalla Direzione investigativa antimafia, è ormai evidente “la supremazia della famiglia Rinzivillo a causa del ridimensionamento degli Emmanuello, in ragione della perdurante detenzione dei vertici e di numerosi affiliati”.

Vengono passate in rassegna le principali operazioni antimafia condotte sul territorio così come l’esito di quella ribattezzata “Stella cadente” che toccò i nuovi vertici stiddari (ormai giunta alle pronunce definitive almeno per il filone dei riti alternativi). Le organizzazioni criminali, sul territorio, hanno scelto di “abbandonare il ricorso ad azioni violente come nel passato”.

Tendono invece a concentrarsi su business come la droga, con collegamenti calabresi e di altre zone d’Italia. Così come tracce di presenza della criminalità gelese ancora oggi si riscontrano in zone d’Italia come l’Emilia Romagna e il Lazio.

Nel comprensorio e in città, “anche in questo semestre si sono verificati episodi di danneggiamenti mediante incendio, alcuni dei quali verosimilmente riconducibili alle estorsioni o a vendette private, poste in essere da criminali che senza scrupolo colpiscono indifferentemente esercizi commerciali, attività di servizi nonché soggetti delle istituzioni”, riporta la relazione richiamando pure l’attentato incendiario che distrusse diversi mezzi Aias nel centro di Borgo Manfria.

Sequestri e confische di patrimoni rimangono strumenti di contrasto efficaci, così come ribadito nelle pagine pubblicate.