Cronaca

Ragusa-Aversa, parola all’Asp7 e agli avvocati

Torniamo sulla vicenda anche alla luce del duro comunicato diramato ieri da sua altezza reale il principe di Savoia Emanuele Filiberto, proprietario della squadra campana che accusa, neanche velatamente di avvelenamento dei suoi giocatori

di Sergio Randazzo -

Accettare la sconfitta e dare merito all’avversario è alla base delle regole non scritte dello sport. Tentare di giustificare una sconfitta, fa parte del gioco, ma camuffare la realtà delle cose, non fa parte dell’educazione sportiva di qualsiasi disciplina. Soprattutto se certe affermazioni, tutte da provare, sono rilasciate da chi si firma SAR (Sua Altezza Reale) Emenuele Filiberto, e che dell’educazione comunicativa dovrebbe essere sempre al disopra degli eventi. Il comunicato di ieri sull’avvelenamento alimentare di una parte della squadra del Real Aversa, sempre tutto da dimostrare, ha lasciato strascichi tra le due società, tra la società campana e l’ASP di Ragusa e tra la società del Principe Emenuele Filiberto e la struttura ricettiva dove erano stati ospitati da giovedì della scorsa settimana. Insomma Ragusa-Real Aversa di domenica resta scorsa ancora al centro di forti polemiche. Tant’è che la società del Ragusa ha dato mandato agli avvocati, Francesco Guastella e Fabrizio Cavallo di querelare – si legge nella nota della società – il dott. Emanuele Filiberto di Savoia, proprietario della squadra del Real Aversa, per le gravissime affermazioni divulgate al termine del match che si è disputato a Ragusa e che ha visto protagoniste le due formazioni impegnate nei play out del campionato di Serie D.   

Una vicenda che ha interessato anche l’ASP di Ragusa e la fantomatica dottoressa del pronto soccorso del Giovanni Paolo II dove si sono recati i giocatori ‘intossicati’, ritrovata seduta sulla panchina del Ragusa.

Forse sarebbe stato più opportuno da parte del patron il Principe Emanuele Filiberto, accettare la sconfitta sul campo e complimentarsi con gli avversari, come vuole il fair play sportivo e il galateo reale. Ma ci saremmo accontentati anche di un semplice silenzio.