Attualità

Psichiatra uccisa: oggi fiaccolate nelle città italiane, anche in Sicilia

La drammatica vicenda di Barbara, a Pisa, restera' scolpita nei cuori degli psichiatri

di Sergio Randazzo -

Saranno decine in tutta Italia le manifestazioni di psichiatri, altri professionisti della salute mentale, medici ed operatori sanitari, che oggi, 3 maggio dalle 20, riempiranno le piazze italiane per ricordare Barbara Capovani, la psichiatra di Pisa barbaramente uccisa da un soggetto gravemente problematico – ex-paziente a lei affidato dalla Magistratura – che, all’uscita dal lavoro, l’ha aggredita con una violenza imprevedibile e dagli esiti purtroppo drammatici.

Ordine dei Medici in prima linea

Le manifestazioni, indette con il sostegno degli Ordini Provinciali dei Medici e della Societa’ Italiana di Psichiatria (SIP), con il supporto di altre Societa’ professionali e scientifiche, mirano a sensibilizzare la popolazione tutta e le Istituzioni sul tema della violenza nei luoghi di lavoro della sanita’: ospedali, ambulatori, pronti soccorso, strutture residenziali e, piu’ in generale, gli ambienti dediti alla cura ed alla riabilitazione di chi soffre, in particolare di disturbi mentali. Al momento le citta’ coinvolte sono: Milano, Torino, Bologna, Cagliari, Palermo, Roma, Teramo, Ragusa, Napoli, Genova, Bari, Perugia, Catania, Siracusa, Bolzano, L’Aquila, San benedetto del Trento, Messina ma in questi giorni di festa molte altre si sono aggiunte.

Occorre aprire gli occhi

“L’omicidio di Barbara, della nostra collega Barbara, ci ha aperto definitivamente gli occhi di fronte ad una condizione drammatica che ognuno di noi vive quotidianamente in prima linea e ad ogni livello nei contesti di cura – spiega Emi Bondi, presidente della Societa’ Italiana di Psichiatria -. E’ necessario che tutti si rendano finalmente conto come, non solo nei Dipartimenti di Salute Mentale, ma anche in altri luoghi sanitari, che i compiti di cura vengano spesso travolti da richieste di controllo sociale che non possono riguardare medici ed operatori sanitari. Le nostre strutture, cosi’ come quelle della sanita’ in genere, sono diventate luoghi di pericolo e di angoscia. Sempre piu’ frequentemente, infatti, i colleghi che lavorano nei Pronti soccorso sono esposti ad aggressioni ed intimidazione ad opera di soggetti che abbiamo difficolta’ a definire pazienti, come pure di familiari che esigono risposte immediate e/o rifiutano le indicazioni fornite dai curanti. Questo stato di cose e’ una condizione non piu’ accettabile e la mancanza di soluzioni a tali problemi non piu’ rimandabile.

Nel ricordo di Barbara

La drammatica vicenda di Barbara, a Pisa, restera’ scolpita nei cuori degli psichiatri e del personale della salute mentale con tutto lo sgomento e la rabbia che episodi simili sanno suscitare in ognuno di noi. Ci auguriamo che le Istituzioni, dopo anni di oblio, si rendano finalmente conto che questa ondata di protesta non si puo’ piu’ fermare e che le richieste di aiuto dei professionisti della psichiatria devono trovare adeguate risposte”.