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Province, salta la data del 15/12. Al voto i cittadini

Il voto di secondo livello per le ex Province siciliane, previsto per il 15 dicembre, è stato annullato. Un emendamento alla riforma Urbanistica, approvato dalla maggioranza di centrodestra all'ARS, ha prorogato il mandato dei commissari e rinviato le elezioni in primavera che saranno di primo grado. In aula lo scontro fra maggioranza e opposizione

di Chiara Scucces -

Alla fine salta anche la data del 15 dicembre per elezioni provinciali di secondo grado. Ieri pomeriggio sala d’Ercole ha votato in tal senso, fissando un nuovo limite temporale: si voterà dal 6 aprile al 27 aprile 2025 con un termine ultimo che non dovrà comunque superare il 30 giugno 2025. L’emendamento è stato approvato con 28 voti favorevoli e 22 contrari; la maggioranza di centrodestra aveva presentato un ddl per ripristinare l’elezione diretta dei vertici degli enti intermedi. Per tornare al suffragio universale, era necessario bloccare le elezioni di secondo grado che avrebbero coinvolto solo sindaci e consiglieri. La proroga dei commissari fino al 1° marzo 2025, un giorno dopo la scadenza dei loro contratti, darà all’ARS il tempo necessario per approvare la nuova legge. Le elezioni successive, dopo l’approvazione del testo, potrebbero quindi svolgersi con il suffragio universale, possibilmente in concomitanza con le elezioni amministrative di primavera. Il DDL verrà inviato adesso in Commissione Bilancio che dovrà dare l’ok in tempi ristretti per consentire ai cittadini siciliani di eleggere direttamente i propri rappresentanti.

“Un DDL – scrive il presidente della I Commissione Affari Istituzionali Ignazio Abbate che subito ha comunicato l’esito del voto- voluto fortemente da me e firmato dai cinque capigruppo di maggioranza”. “Sono stati presentati diversi emendamenti sostitutivi al testo per fare decadere le oltre 600 proposte di modifica, gran parte delle quali presentate dai deputati pentastellati con il solo fine di ingolfare la macchina legislativa. Per fortuna – continua il presidente della I Commissione – i deputati che fanno parte della commissione hanno garantito un rapido passaggio durante la seduta di oggi e quindi una speranza concreta di poter riportare, finalmente, alle urne i siciliani la prossima primavera. In questo nuovo testo, rispetto al passato, abbiamo inserito la soglia minima del 40% di rappresentanza di genere nelle giunte delle Città Metropolitane e all’atto della presentazione delle liste elettorali. Sono convinto che la maggioranza riuscirà a rimanere coesa e concentrata sull’unico obiettivo: ridare ai siciliani il diritto di scegliersi i propri rappresentanti”.

A questo non crede l’opposizione: parlare di elezioni dirette sarebbe possibile solo con l’abolizione della legge Delrio, cosa non ancora avvenuta. Il pd in particolare, si è scagliato contro l’esito del voto, esponendo in aula cartelli con la scritta “Vergogna”.  Nello Di Pasquale sostiene che al centrodestra non interessa il voto diretto nelle Province e che ha messo in piedi l’ultima bugia, quella dell’elezione diretta da parte dei cittadini nell’aprile del 2025.  “Da sette anni il centrodestra domina le ex Province con commissari governativi e i risultati sono sotto gli occhi di tutti in termini di degrado e incuria nei territori – aggiunge Dipasquale -. Uno sfascio totale che dopo il voto di ieri proseguirà, con una responsabilità tutta in capo a questo centrodestra”. Il Movimento 5 Stelle ha definito la norma anticostituzionale, sostenendo l’impossibilità di andare alle urne ad aprile per mancanza di previsioni da parte del governo Meloni. Il presidente dell’ARS ha respinto le critiche, affermando che l’emendamento era stato concordato con l’opposizione.