Agrigento

Per l’agguato a Roberto Di Falco, contestati omicidio e tentato omicidio

di Sergio Randazzo -

Il pubblico ministero della procura di Agrigento, Gaspare Bentivegna, ha formulato le accuse di omicidio e tentato omicidio nei confronti dei tre individui fermati per la morte di Roberto Di Falco, 37 anni, di Palma di Montechiaro. Di Falco è stato colpito da un colpo di pistola all’addome venerdì sera, nel piazzale di una concessionaria auto al Villaggio Mosè. L’aggressione è avvenuta nel tentativo di uccidere il titolare della concessionaria e il figlio, i quali non avrebbero pagato alcune auto regolarmente consegnate.

Attualmente in attesa dell’udienza di convalida del fermo, sono stati arrestati Angelo Di Falco, 39 anni, fratello della vittima, Calogero Zarbo, 40 anni, e Domenico Avanzato, 36 anni, tutti di Palma di Montechiaro. Le accuse includono un particolare tipo di omicidio per “errore nell’uso dei mezzi di esecuzione del reato”, oltre a tentato omicidio e porto abusivo di arma da fuoco.

Secondo l’ipotesi della procura e della squadra mobile di Agrigento, il titolare della concessionaria, aggredito dai quattro palmesi mentre si trovava in un’auto nel piazzale, è riuscito a spostare la pistola con la mano mentre Di Falco cercava di sparargli. Il proiettile avrebbe colpito lo stesso Di Falco all’addome, uccidendolo. Subito dopo, il fratello della vittima avrebbe cercato di sparare al figlio del titolare, ma la pistola si sarebbe inceppata.

Le versioni contrastanti tra il titolare della concessionaria e il fratello della vittima, insieme alle immagini di videosorveglianza, sono elementi cruciali nelle indagini. Il fratello, che ha fornito diverse versioni contraddittorie, sostenendo di non essere stato presente e di non aver aggredito il concessionario, ha ammesso il suo coinvolgimento solo dopo la visione delle immagini. Fra domani e dopodomani, i tre indagati, difesi dagli avvocati Santo Lucia e Antonio Ragusa, compariranno davanti al giudice per l’udienza di convalida del fermo.