Cronaca

Ospedale Papardo, gli indagati non rispondono

Indagini morti sospette. Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere Il direttore generale dell'Ospedale Papardo di Messina, Catena Di Blasi e il direttore sanitario Paolo Cardia, i cui interrogatori erano previsti per ieri pomeriggio. La scelta, secondo gli avvocati difensori, dettata dalla necessità di acquisire ulteriori atti. Saltato per un vizio di forma anche un ulteriore prelievo di campioni previsto per ieri mattina

di tcf -

Si sono messi a disposizione della Procura, con l’obiettivo di giungere il più presto possibile al dissequestro delle sale operatorie, ma si sono avvalsi della facoltà di non rispondere durante l’interrogatorio fissato per ieri pomeriggio per avere il tempo necessario di acquisire ulteriori atti da allegare ad una successiva memoria difensiva. Si chiude così in tribunale il primo atto ufficiale dell’inchiesta sulle morti sospette al reparto di cardiochirurgia dell’ospedale papardo.

Ieri erano stati fissati gli interrogatori del direttore generale Catena Di Blasi, difesa dagli avvocati Nunzio Rosso e Giovanni Mannuccia e del direttore sanitario Paolo Cardia difeso dall’avvocato Salvatore Papa, due delle sei persone attualmente iscritte nel registro degli indagati con l’ipotesi di omicidio colposo nell’ambito delle indagini coordinate dal procuratore aggiunto Vito Di Giorgio e dalle pm Annamaria Arena e Alice Parialò.

Nella mattinata di ieri era previsto anche un ulteriore prelievo di campioni presso le sale operatorie poste sotto sequestro qualche settimana fa per la presenza di batteri sospetti. Il prelievo è però saltato per un vizio di forma ed è stato rimandato ad altra data.