Enna

Operazione antimafia ‘Cerere’, quattro misure cautelari ad Agira

All'operazione ha preso parte anche il personale della Squadra Mobile di Siena

di Sergio Randazzo -

Sono state eseguite all’alba di oggi tre ordinanze di custodia cautelare in carcere e una di obbligo di firma nell’ambito dell’operazione antimafia “Cerere”, coordinata dalla Dda di Caltanissetta e condotta dalla polizia di Enna. L’operazione ha riguardato un presunto referente di Cosa Nostra che avrebbe operato ad Agira (EN).

Le accuse e le ipotesi di reato

Uno degli indagati è accusato di associazione per delinquere di stampo mafioso finalizzata a estorsioni, furto e danneggiamento seguito da incendio, con l’aggravante del metodo mafioso. Ad altri tre indagati sono contestati, a vario titolo, reati di estorsione, violenza privata e lesioni personali, anch’essi aggravati dal metodo mafioso.

Tentativo di riconquista del territorio

Le indagini hanno fatto emergere ipotesi di reato a carico di altri soggetti, al momento indagati a piede libero. Si sospetta che uno degli arrestati, già condannato per mafia e coinvolto in un’operazione antimafia del 2009, stesse tentando di riprendere il controllo del territorio di Agira e delle aree circostanti, proponendosi nuovamente come referente di Cosa Nostra per l’area nord ennese.

Estorsioni e atti intimidatori

L’indagato avrebbe cercato di riaffermare la sua influenza mediando per il recupero di refurtiva su richiesta delle vittime. Le accuse comprendono due estorsioni ai danni di aziende impegnate in lavori pubblici, alle quali sarebbero stati imposti cessioni di materiali e lavori privati, oltre a pressioni su un imprenditore agricolo affinché ritirasse una querela per furto. Un’altra presunta estorsione riguarda un altro imprenditore agricolo costretto a concedere in affitto un terreno per il pascolo a un soggetto vicino ad ambienti criminali.

Atto incendiario e aggressioni

Tra le contestazioni figura anche l’incendio doloso di 70 rotoballe di fieno. Inoltre, uno degli indagati è accusato del pestaggio di due allevatori per imporre il pascolo dei propri animali.

Collaborazione tra forze dell’ordine

All’operazione ha preso parte anche il personale della Squadra Mobile di Siena, dove si trovava uno dei destinatari della misura cautelare in carcere.