Palermo

Operazione antimafia a Palermo: sequestrati beni per oltre mezzo milione di euro

Barrale, già arrestato durante l’operazione "Mani in pasta"

di Sergio Randazzo -

I finanzieri del Nucleo Speciale di Polizia Valutaria hanno eseguito un decreto di sequestro, emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Palermo, nei confronti di Salvatore Barrale. L’uomo è imputato per truffa ai danni dello Stato ed esercizio abusivo di giochi e scommesse, aggravati dal fine di agevolare un’associazione mafiosa, oltre che per “trasferimento fraudolento di valori”.

Legami con la famiglia mafiosa Fontana

Barrale, già arrestato durante l’operazione “Mani in pasta”, è ritenuto dalle indagini della Guardia di Finanza un elemento legato alla famiglia mafiosa Fontana dell’Acquasanta a Palermo. Gli sarebbe stata affidata la gestione di alcune agenzie di scommesse sportive, formalmente titolari di concessioni dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, ma utilizzate per la raccolta illegale di giocate in contanti su eventi sportivi, con quote provenienti da piattaforme online con domini esteri “.com”. Questo sistema avrebbe permesso di eludere le normative italiane sul settore dei giochi, la legislazione fiscale e le norme antiriciclaggio, creando una rete illegale per finanziare gli interessi economici di “Cosa Nostra”.

La sproporzione tra redditi e beni patrimoniali

Durante le indagini, è emersa una sproporzione tra i modesti redditi dichiarati da Barrale e i beni a lui o ai suoi familiari intestati. Il sequestro ha riguardato una società di scommesse, una quota di partecipazione in un’altra azienda del settore, quattro immobili residenziali in provincia di Palermo, un terreno, un magazzino e cinque conti correnti, per un valore complessivo superiore al mezzo milione di euro.

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