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Noto, un centro per l’autismo a servizio del territorio
Il Centro Diurno pubblico di Noto si affianca a quello convenzionato già operativo da anni nella zona nord a Lentini
Al taglio del nastro del Centro diurno all’ospedale Trigona di Noto, c’erano anche i sindaci di Pachino e Avola. Il centro dell’Asp di Siracusa interamente pubblico è in collegamento con l’ambulatorio di Avola e servirà tanti comuni del sud-est. La struttura è provvista di tutti i servizi, locali adeguati per le attività degli utenti, dagli ambulatori alle stanze per il personale, alla cucina, all’ambiente per le attività ludico-terapeutiche e riabilitative complete di attrezzature sportive, alle stanze per gli incontri e le attività individuali e collettive. Il Centro Diurno pubblico di Noto si affianca a quello convenzionato già operativo da anni nella zona nord a Lentini e l’ubicazione scelta è non a caso quella di rispondere ai bisogni della zona sud. Il centro diurno autismo di Noto è una risposta terapeutica-riabilitativa dell’Azienda alla cura dei bambini e degli adolescenti affetti da una condizione diffusa per la quale oggi esistono percorsi accertati scientificamente. E lo staff degli operatori pubblici reclutato risponde a questi criteri. Il percorso assistenziale del nuovo Centro per l’Autismo sarà particolarmente dedicato alla riabilitazione con l’applicazione di metodiche scientifiche da parte di personale specializzato provvisto delle certificazioni nazionali ABA. A pieno organico nel centro saranno operativi uno psicologo, un assistente sociale, un medico, un infermiere, un OSA e 6 educatori; sarà attivo dal primo giugno ma fin da subito è possibile la presa in carico dei pazienti che potranno essere fino ad un massimo di 20 provenienti da tutto il comprensorio del sud-est. Il Centro Diurno ASP che completa gli interventi che iniziano col centro per la diagnosi precoce (da 0 a 4 anni) presente nel capoluogo, si pone come risposta di continuità alle strategie tese a trattare l’autismo lungo un continuum di opportunità dove oltre agli operatori professionisti vengono addestrati i genitori e gli insegnanti a diventare co-terapeuti, seguendo cioè un metodo coerente di relazione col minore. In tal modo si offrono un numero di ore settimanali adeguate a dare risposte terapeutiche e margini di miglioramento a minori con questa specifica peculiarità con la quale vivono il mondo.