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Nel Parco di Selinunte scoperto un piccolo tempio
Nuovi edifici dell’area sacra e una struttura che al momento sembra essere un piccolo tempio, posizionato alle spalle del Tempio C, sono stati identificati grazie agli ultimi scavi condotti al Parco archeologico di Selinunte. Da oltre dieci anni gli archeologi americani e italiani effettuano scavi archeologici a Selinunte; i risultati dei ritrovamenti saranno presentati domenica prossima dal direttore del Parco archeologico Felice Crescente e dall’archeologo Clemente Marconi, che coordina sessanta collaboratori e studenti che hanno effettuato diversi lavori di indagine a Selinunte.
Nuovi edifici legati all’area sacra tra età arcaica e classica e una struttura che al momento sembrerebbe un piccolo tempio, pari a circa due terzi del Tempio R. Sono queste le ultime scoperte legate alla campagna di scavi in corso al parco archeologico di Selinunte da parte della New York university e dell’ateneo di Milano. Le indagini riguardano il grande santuario urbano sull’acropoli. La missione ha individuato il grande accesso monumentale a nord-ovest, un ambiente con un pozzo circolare, diversi oggetti, monete e una struttura che parrebbe condurre a un tempietto non ancora conosciuto, non molto grande e senza colonne.
Le ricerche hanno permesso di confermarne la datazione, tra il Corinzio Medio e il Corinzio Tardo, ovvero tra il 580 e il 570 avanti Cristo e di studiare le tecniche di costruzione, il sollevamento e la messa in opera dei blocchi. Lo scavo di quest’anno ha permesso di aggiungere notizie sui primi 50 anni di Selinunte; gli archeologi ipotizzano che prima dell’arrivo dei greci, quest’area fosse disabitata. La scoperta più significativa è un pozzo circolare, profondo quasi 3 metri, realizzato e riempito in età ellenistica con scorie di lavorazione di bronzo, rame e vetro, e strumenti per la lavorazione dei metalli per la fusione del bronzo. Uno scavo nell’angolo nord-ovest del santuario ha permesso di individuare un ambiente con mura sui quattro lati, su cui sono state identificate almeno tre fasi temporali distinte, individuate da oggetti e monete; la parte più importante è l’accesso monumentale al grande santuario urbano, con una corte all’aperto esterna e una porta con alloggi per grossi cardini. “Le attività di ricerca effettuate in questa zona riservano sempre nuove scoperte e in questo caso si tratta di rinvenimenti di grande valore. In autunno, quando riprenderanno le attività , avremo dettagli più chiari sulla portata del ritrovamento”, il commento dell’assessore regionale Francesco Paolo Scarpinato