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Meter scopre 1,49 Terabyte di pedopornografia in un link
Continua la battaglia di Meter contro l'app Signal; già nelle scorse settimane Don Fortunato di Noto aveva denunciato come l'app di messaggistica Signal, nota per la sua sicurezza e privacy che impedisce l’accesso ai contenuti scambiati anche alle autorità, rappresenti un grave pericolo sul fronte pedopornografia. Di recente, Meter ha scoperto e denunciato quasi 150mila video e foto.
Signal e pedopornografia, Meter di don Fortunato Di Noto continua a far suonare l’allarme. “In una sola mattinata, abbiamo segnalato alla Polizia Postale Italiana ed estera 46 link provenienti dalla piattaforma Signal- denuncia Don Fortunato- tra cui uno che mai avremmo immaginato di trovare. Abbiamo scoperto un archivio Mega – noto servizio di Cloud Storage e condivisione – contenente 1,49 terabyte, per la precisione 148.720 video e foto di materiale pedopornografico; la più grande quantità mai individuata su mega.nz nella nostra lunga battaglia contro la pedofilia. Foto, video, orrori indicibili che avrebbero potuto continuare a circolare nell’ombra, se non fosse stato per il nostro tempestivo intervento.» afferma amareggiato il presidente di Meter che continua: “Questo non è un successo, è la prova di un fallimento collettivo”. Pur non essendo direttamente responsabile della diffusione di materiale pedopornografico, la politica di non collaborare con le autorità competenti per la rimozione di tali contenuti ne fa un complice morale. È importante che ogni individuo goda del diritto alla privacy, tuttavia questa non dovrebbe essere concessa ai criminali per nascondere i loro reati e continuare a mettere a rischio la sicurezza dei minori. Signal deve trovare un equilibrio tra la privacy e la sicurezza della società nel suo complesso.
Per Meter è fondamentale trovare un accordo tra Signal e le Forze dell’Ordine per contrastare tale abietto fenomeno.
Signal è un’applicazione di messaggistica che si distingue per l’uso avanzato della crittografia end-to-end, garantendo un livello di privacy elevatissimo per gli utenti. Tuttavia, proprio questa caratteristica rende la piattaforma un rifugio sicuro per reti criminali, come i gruppi pedopornografici, che sfruttano l’impossibilità di tracciare e monitorare i contenuti scambiati. Il rigido impegno di Signal nel tutelare la privacy, senza offrire strumenti per combattere gli abusi, sta alimentando una pericolosa deriva. Le reti criminali crescono proprio grazie all’assenza di controlli, trovando un terreno fertile dove le loro attività restano nell’ombra. L’associazione Meter sta monitorando 55 gruppi pedopornografici su Signal; il materiale è inqualificabile, in ogni foto o video c’è un bambino già abusato. In soli tre mesi il monitoraggio è arrivato a più di 500.000 file con milioni di minori coinvolti.
Ma 1,49 terabyte di materiale cosa significa? Significa che migliaia di bambini sono stati sfruttati, abusati, resi schiavi per alimentare un archivio di orrori. Meter chiede a gran voce azioni immediate e decise contro piattaforme come Signal che, in nome della libertà digitale, stanno permettendo l’incontrollabile proliferazione di contenuti illegali. Le piattaforme di messaggistica non possono essere un’arma nelle mani dei criminali e chi le sviluppa deve avere responsabilità perseguibili penalmente di fronte a queste atrocità.