Attualità

Meter denuncia gruppi pedopornografici su Signal

Meter, da tempo impegnata nel monitoraggio delle piattaforme digitali per combattere la pedopornografia, ha rilevato in una settimana la preoccupante presenza di 33 gruppi su Signal che promuovono e scambiano materiale pedopornografico. Arriva l'appello di Don Fortunato Di Noto alla comunità digitale affinchè si agisca con urgenza

di Chiara Scucces -

Arriva da Signal l’ultimo allarme sulla pedopornografia.  Signal è un’app di messaggistica istantanea con più di 50milioni di utenti, nota per la sua sicurezza e privacy grazie alla crittografia end-to-end e open source, che impedisce l’accesso ai contenuti scambiati anche alle autorità. E’ stata come sempre l’associazione Meter a scovare gruppi all’interno di Signal che promuovono e scambiano materiale pedopornografico. 33, per la precisione, con nomi agghiaccianti come “stupratori di bambini da 0 a 3 anni”, “solo pedo-mamme” e così via. Questi gruppi si scambiano materiale pedopornografico, da foto a video, da cartelle compresse a link, con accesso gratuito o dietro pagamento, sfruttando l’assoluta privacy garantita dall’app. Di fatto Signal potrebbe essere un rifugio per i pedopornografi.  Dopo che Telegram ha ceduto alle pressioni per collaborare con le autorità in casi di reati, Signal resta una delle ultime piattaforme a non fornire alcun accesso alle forze dell’ordine, creando così un pericoloso rifugio per attività criminali, inclusi gli abusi su minori. Meter, allora,  si rivolge a Meredith Whittaker, presidente della fondazione che sta dietro Signal, chiedendo un ripensamento delle politiche di sicurezza. Pur rispettando il diritto alla privacy, è inaccettabile che piattaforme crittografate come Signal diventino rifugi per criminali che abusano dei più vulnerabili: i bambini. “La pedopornografia non è un gioco” – afferma il fondatore e presidente di Meter Fortunato Di Noto, sollecitando l’introduzione di misure di vigilanza. Nonostante l’allarme lanciato da Meter, la questione è stata ignorata. Fortunato Di Noto insiste: “Quanto forte dobbiamo gridare per far comprendere l’enormità di questo crimine? Quante vite innocenti devono ancora essere devastate prima che si agisca?” La lotta contro la pedopornografia deve essere prioritaria, e ogni piattaforma deve assumersi la responsabilità di proteggere i più deboli.