Ragusa

Nato nella Tripoli “italiana”, ma per la sanità è un migrante

E' nato, però, a Tripoli in Libia quando la Libia era colonia italiana

di Chiara Scucces -

Una storia kafkiana; se non vogliamo scomodare lo scrittore emblema del surrealismo e restare dalle nostre parte, Edoardo De Filippo ci avrebbe scritto una commedia.

Lui è Arcangelo Pisani, professore di matematica in pensione, da quando aveva 40 giorni vive a Vittoria e in provincia ha sempre lavorato. E’ nato, però, a Tripoli in Libia quando la Libia era colonia italiana; ma a tutti gli effetti è italiano, per lo Stato italiano ha lavorato e lo Stato Italiano gli versa ogni mese la sua meritata pensione; e però tutto questo l’ufficio anagrafe sembra non saperlo se ha mandato al medico curante del professore Pisani una richiesta in merito al suo assistito con la quale si chiede di dimostrare che Pisani continua a lavorare con regolare ingaggio. Se così non è, Pisani non può continuare ad usufruire dell’assistenza sanitaria nazionale. In sostanza la verifica che l’ufficio anagrafe chiede di effettuare è quella che, di norma, si fa con i cittadini extracomunitari per evitare che il classico medico di famiglia, senza volerlo, venga retribuito per un assistito che non ne ha più diritto. Ma è paradossale come, nel 2023, nell’era dell’intelligenza artificiale, non ci sia un sistema di comunicazione fra i vari uffici in rete o un metodo di controllo diverso e che non faccia partire, di default, richieste di controlli inutili