Attualità

Lacrime e rabbia per l’ultimo saluto a Sara Campanella

La funzione è stata celebrata dall'arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice

di Redazione -

Misilmeri alle 11 di stamattina si è fermata. Ha pianto, ha ricordato una ragazza solare, uccisa perché non corrispondeva alle attenzioni di Stefano Argentino, il 27enne che l’ha accoltella a morte lo scorso 31 marzo a Messina. Un silenzio carico di dolore, interrotto solo da un lungo applauso quando è arrivato il feretro bianco nella chiesa di San Giovanni Battista. La giovane studentessa di 22 anni è stata accompagnata per l’ultima volta dall’amore incondizionato della sua famiglia, dei suoi amici e di una comunità intera, sconvolta dall’assurdità di quanto accaduto. A portarla a spalla, dalla vicina chiesa delle Anime Sante, alcuni amici che indossavano una maglietta con la frase che Sara aveva scritto sui social: “Mi amo troppo per stare con chiunque”. Sulle stesse magliette anche un grido chiaro: “No alla violenza”. Nella piazza antistante la chiesa, un maxi-schermo ha permesso ai tanti rimasti fuori di seguire la funzione funebre, presieduta dall’arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice.

“L’amore non uccide. È assurdo”, ha detto Lorefice, rivolgendosi con parole spezzate dal dolore ai genitori di Sara, alla madre Cetty, al padre Alessandro, al fratello Claudio. “Nel corpo di Sara – ha aggiunto – piangiamo il destino dell’umanità quando essa sceglie la violenza, la morte. Vi doniamo le nostre lacrime. L’intera famiglia umana oggi piange con voi”.

Alla cerimonia hanno preso parte anche il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani, il sindaco di Palermo Roberto Lagalla, la rettrice dell’Università di Messina Giovanna Spatari e il sindaco della città dello Stretto Federico Basile, che ha proclamato il lutto cittadino. Presenti anche il sindaco di Noto (città di origine di Stefano Argentino) e di Misilmeri. Una presenza che ha voluto rappresentare simbolicamente il dolore di tutta la Sicilia.

Sara non c’è più. Ma il suo sorriso, la sua forza, la sua dignità oggi sono diventati un simbolo contro ogni forma di violenza. Il suo ultimo post ora è un manifesto d’amore per sé stessi. E da oggi anche un monito: perché nessun’altra donna debba pagare con la vita il diritto di scegliere chi essere e come vivere.