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In Sicilia 1,65 mld per cambiare volto al sistema
Al convegno di Palermo sulla Sanità si è fatto il punto sulle risorse a disposizione del sistema. Nuovi ospedali e nuove tecnologie per tornare ad essere efficienti sul territorio
La sanità siciliana s’è stancata d’essere la Bella addormentata. Adesso si punta a un cambiamento radicale. La riflessione sul futuro del sistema salute in Sicilia arriva dal Forum Mediterraneo in Sanità di Palermo.
Le risorse ci sono. Il jackpot complessivo ammonta a più di un miliardo e 650 milioni di euro. Su quella risorse la Regione ha tracciato un piano strategico, che si basa su due pilastri. Da un lato si fa conto sui fondi del Pnrr, il piano post covid finanziato con risorse europee, con la sua dotazione da oltre 900 milioni di euro, dall’altro i fondi statali per l’edilizia dal valore di 750 milioni. “L’obiettivo che abbiamo nel più breve tempo possibile, anche perché abbiamo delle scadenze precise, è quello di portare nella nostra regione un cambiamento radicale: l’assistenza sanitaria che verrà offerta dal territorio sarà piena e capace di rispondere ai bisogni di sanità di bassa intensità di cura e questo significa ridare agli ospedali il loro ruolo senza che ci siano nè lunghe attese nè lunghi tempi in condizioni di grande disagio e soprattutto che verso gli ospedali si rivolga una domanda adeguata”, ha spiegato l’assessore regionale alla Salute, Giovanna Volo.
Quei fondi vanno spesi e vanno spesi bene. Come e quando, lo spiega Massimiliano Maisano, il dirigente della Sanità che porta sulle sue spalle la responsabilità di centrare gli obiettivi Pnrr: “Il piano strategico della Regione si sta articolando su due assi: i progetti a valere sul Pnrr e quelli finanziati dallo Stato in base all’art.20 della legge 67 del 1988. Riguardo al Pnrr sono operative le 54 Cot e sono stati appaltati i lavori per le 155 case di comunità e i 43 ospedali di comunità”. Insomma, la Regione è riuscita a fare di più di quanto precedentemente previsto.
Si lavora anche a rendere omogeneo e coerente l’intervento nel settore, per far sì che si parli un linguaggio comune e l’intera programmazione risulti coerente e concretamente efficente, un ruolo importante lo giocherà anche l’innovazione. Del tesoretto che arriva da Bruxelles, più di 200 milioni sono destinati al settore digital, per sviluppare pilastri necessari come la telemedicina e il fascicolo sanitario elettronico. “Il pilastro che lega tutte queste realizzazioni è lo sviluppo di un sopporto Ict, digitalizzazione e informatizzazione dei processi” spiega Maisano che aggiunge come l’innovazione sia “ lo strumento attraverso il quale si da’ la continuità fra l’ospedale e il territorio. Fondamentale è il fascicolo sanitario elettronico che diventa il cardine per la raccolta dei dati per mettere a disposizione dei professionisti le informazioni che servono. L’indirizzo è puntare molto sulla telemedicina quale strumento per rendere equa e di qualità l’offerta su tutto il territorio, comprese isole minori e comunità montane. Stiamo adeguando anche gli altri interventi sulle tempistiche del Pnrr per garantire quella coerenza che è la mission indicata dall’assessore”.