Agrigento
Immigrazione, bilancio sufficiente
La visita di Johansson e Piantedosi all'hot spot
Il giorno dopo la visita del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, e della commissaria europea agli Affari Interni, Ylva Johansson, a Lampedusa un brevissimo bilancio potrebbe riassumersi in un singolo aggettivo: sufficiente. Lo stesso ministro ha definito la presenza della Johansson “un segno” e quest’ultima ha sì ribadito la frase tanto gradevole quanto di circostanza “Lampedusa e l’Italia non sono da sole, il problema è europeo” ma nella sostanza manca ancora, come da decenni, la gestione strutturale della fase degli arrivi da parte di tutti gli stati membri. “La presenza del commissario sarà seguita anche da atti concreti per supportare l’Italia in questo delicato compito di essere paese d’ingresso”, ha aggiunto il ministro in un punto stampa. Sta bene, aspettiamo gli atti concreti. Qualcosa di concreto però già c’è. Perché al di là di promesse e propaganda politica è palese che nemmeno il nuovo governo nazionale sia stato capace di limitare le partenze dal Nord Africa e gli sbarchi in Sicilia; ciononostante la nomina di un commissario nazionale, il prefetto Valerio Valenti, e l’affidamento alla Croce Rossa della gestione dell’hot spot di Lampedusa stanno migliorando le cose e limitando i danni e i problemi. Questi sono fatti, riconosciuti anche dal sindaco di Lampedusa, Filippo Mannino, in dichiarazioni pubbliche. Dunque bilancio sufficiente.