Attualità
Il parco antimafia è dinventato una discarica a cielo aperto
Alla periferia Sud di Palermo il degrado ha sconfitto la legalità. Il Parco dedicato a Libero Grassi è ancora chiuso nonostante i fondi a disposizione
La memoria fuggente della lotta alla mafia è tutta lì, in quel Parco Naturale di Palermo che di naturale non ha più nulla. E’ un tratto di costa da rigenerare che porta il nome di Libero Grassi, l’imprenditore ucciso dalla mafia il 29 agosto del 1991 per aver detto no al ricatto del “pizzo”.
A distanza di 18 anni dai primi progetti di riqualificazione, il Parco Libero Grassi è ancora chiuso. E’ una discarica a cielo aperto.
Situato all’estremo margine della città, quel pezzo di costa era stata utilizzata illegalmente, a partire dagli anni sessanta, per gettare i rifiuti della grande operazione di edilizia mafiosa, passata alla storia come il “Sacco di Palermo”.
I primi progetti di risanamento risalgono al 2005. E’ una storia di lavori eseguiti e abbandonati, per un parco mai consegnato alla fruizione pubblica. Nel 2013, viene intitolato a Libero Grassi. Ma il Parco, che dovrebbe onorare la memoria di una vittima di mafia, non aprirà mai i cancelli al pubblico. Quell’area dovrebbe essere anche un polmone verde per Palermo.
Durante questi anni sono stati piantati più di 400 alberi piantati e decine di palme nane. Sono stati lasciati senza cura, tanto che nell’area oggi si contano solo poche decine di esemplari sopravvissuti.
Del Parco Libero Grassi ce ne siamo già occupati in una puntata di “Sicilia” nei mesi scorsi. La situazione è peggiorata. Al degrado s’è aggiunto degrado.
All’ingresso del Parco c’è la carcassa di un’auto rubata fatta a pezzi. Dentro rifiuti lasciati un po’ ovunque, erba e macchia mediterranea bruciate dagli incendi delle ultime settimane ed altri mezzi fatti a pezzi ed abbandonati sul costone di roccia che dà sul golfo di Palermo. Per le opere di bonifica in quest’area sono disponibili 11 milioni di euro di fondi regionali.