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Il comune di Enna fuori dal consorzio autodromo di Pergusa

Preoccupazione per la scelta del consiglio comunale di escludere il Comune di Enna dal consorzio autodromo di Pergusa

di sicilia new media -

Il Consiglio comunale di Enna ha bocciato con 13  voti contrari e 11 a favore la proposta del sindaco di enna Maurizio DiPietro di prorogare per un altro anno di prorogare lo statuto del consorzio autodromo di Pergusa di cui il comune è socio insieme al libero consorzio e all’aci in scadenza il 2 agosto prossimo.

Decisivo è stato il voto in aula dell’opposizione nonostante la proposta di Di Pietro di un anno di proroga a cui l’opposizione ha risposto con una controproposta di ridurre la proroga a 6 mesi.

“Siamo esterefatti della scelta delle opposizioni di deliberare la fuoriuscita  del comune di Enna dall’ente autodromo di Pergusa scrivono i consiglieri di Fratelli d’Italia, Mpa e una parte di Siamo Enna. Una scelta scellerata  e incomprensibile, priva di qualsivoglia proposta politica prospettiva per Pergusa. In un momento in cui il lago è in sofferenza, che senso ha uscire dall’ente autodromo? Ci chiediamo per quali oscuri interessi, oscuri perché nessuna motivazione politica ragionevole è stata fornita. Così si è deciso di uccidere definitivamente il lago di Pergusa. Sulla vicenda interviene anche Gioventù nazionale con il suo Presidente Jacopo Maria Gessaro, il movimento costola di Fratelli d’Italia. La decisione presa durante la seduta del consiglio comunale è del tutto folle per la nostra amata città ma sarà ancora più devastante per il futuro, dice in una nota.

Il nodo ora è il futuro dell’autodromo, tra le criticità la sostenibilità finanziaria del consorzio, capace di ricevere negli ultimi dieci anni 7 milioni e mezzo di risorse pubbliche a fronte di ricadute inconsistenti, il secondo è quello della coabitazione con al più sfortunata riserva naturale di Pergusa che di tali finanziamenti non ha ricevuto nulla e il prosciugamento del lago. Il dato è che il rilancio del circuito automobilistico è andato purtroppo a vuoto, la parola ora passa alla politica e ai privati. E a questi che si guarda sperando che qualcuno possa investire in un luogo in cui bisognerà necessariamente integrare le attività sportive, automobilistiche, ambientali e naturalistiche