Cronaca

I soldi della mafia investiti in Brasile, quattro arresti

Le attività si trovano in Italia, Svizzera, Hong Kong e, per la maggior parte, in Brasile. Sono state inoltre sequestrate somme di denaro per un valore complessivo di oltre 350.000 euro

di Sergio Randazzo -

Quattro arresti, sequestro preventivo di 9 società operanti nei settori immobiliare e ristorativo e sequestro di somme di denaro per un valore complessivo di oltre 350.000 euro. Si è chiusa con questi numeri l’operazione antimafia del GICO della guardia di finanza di Palermo. Tre dei quattro soggetti colpiti dalla misura cautelare erano già in carcere, il quarto si trova ai domiciliari. Le attività si trovano in Italia, Svizzera, Hong Kong e, per la maggior parte, in Brasile.

Gli indagati sono sospettati di concorso esterno in associazione mafiosa, estorsione, riciclaggio, autoriciclaggio e trasferimento fraudolento di valori, aggravati dall’intento di favorire importanti famiglie mafiose. L’operazione si inserisce nel contesto di un’indagine che lo scorso 13 agosto aveva già portato all’arresto di un imprenditore in Brasile e al sequestro di beni e fondi per un valore di 50 milioni di euro. Le misure erano state disposte dal 2° Tribunale Federale del Rio Grande Do Norte in seguito a un’inchiesta congiunta tra la D.D.A. di Palermo e le Autorità Brasiliane, con il supporto della Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo e di Eurojust.

Le indagini rivelano che un uomo d’onore, ex reggente del mandamento di Pagliarelli, avrebbe avviato in Brasile, con la complicità di un imprenditore e il supporto di professionisti del nord Italia, iniziative imprenditoriali investendo capitali provenienti da attività illecite di Cosa Nostra. Tra questi, i proventi derivanti da estorsioni a danno di imprenditori palermitani. Secondo una stima preliminare, il valore delle società gestite dagli indagati attraverso prestanome raggiunge i 500 milioni di euro. I fondi sarebbero stati trasferiti dall’Italia al Brasile tramite complessi schemi di riciclaggio, transitando in molti casi su conti correnti esteri.