Attualità
I nomi che Messina Denaro utilizzava per Laura Bonafede
“Una persona dal lato buono”. Così Laura Bonafede ha descritto Matteo Messina Denaro
“Cugino, amico, Blu”. Sono i nomi in codice che Matteo Messina Denaro utilizzava per Laura Bonafede, maestra di scuola elementare, figlia del boss Leonardo Bonafede, e sentimentalmente legata all’allora superlatitante di Castelvetrano. E’ l’ultima della rete di favoreggiatori, almeno dell’ultimo periodo di latitanza, del boss, ad essere condannata. 11 anni e tre mesi. Per il Gup di Palermo Laura Bonafede non ha solo favorito la latitanza di Messina Denaro, ma è organica a cosa nostra.
Prima della sentenza la maestra ha tentato di difendersi. Ha negato ogni legame con l’organizzazione mafiosa, sostenendo di essere coinvolta solo in una relazione sentimentale con Matteo Messina Denaro, descrivendolo come una persona dal “lato buono”, “divertente, spiritoso, educato”.
Bonafede ha ricostruito la loro storia come un lungo rapporto amoroso, iniziato quando lei era poco più di una bambina, poi interrotto e ripreso negli anni successivi, dal 2008 in poi, con incontri frequenti e lettere segrete. Ha ricordato un episodio del 2015, quando lo avrebbe incontrato casualmente nel suo paese. Ma è stato l’ultimo incontro tra i due, avvenuto in un supermercato della Coop di Campobello pochi giorni prima dell’arresto di Messina Denaro, a portare la polizia sulle sue tracce: uno scontrino trovato nel covo del boss, infatti, ha rivelato la loro frequentazione. “Mi avrai trovato un po’ invecchiato”. Scriveva il boss in una lettera mai inviata.
Bonafede sostiene di essere stata vittima delle circostanze familiari, cresciuta in una famiglia mafiosa ma, secondo lei, amata e protetta. Un clima che respirava anche la figlia, Martina Gentile, adorata dal boss, che avrebbe agito come messaggera. Il padre Salvatore Gentile, sta scontando una pena all’ergastolo per aver partecipato ad un omicidio proprio con Messina Denaro.
Il boss di Castelvetrano, morto oltre un anno fa, negli ultimi anni di latitanza si è circondato di persone fidate che dal suo arresto sono state, una dopo l’altra, portate alla sbarra.
Come Andrea Bonafede, geometra e cugino di Laura, condannato a 14 anni di carcere per aver prestato la propria identità al boss. Tra i fiancheggiatori figurano anche Emanuele Bonafede e sua moglie Lorena Lanceri, considerati i vivandieri del capomafia. Lei è stata condannata a 13 anni, il marito a 6 anni e 8 mesi. Il giorno dell’arresto, il 16 gennaio 2023, alla clinica La Maddalena di Palermo, Messina Denaro, era con Giovanni Luppino. L’autista deve scontare una condanna a 9 anni. Tra i fiancheggiatori e le persone che avrebbero aiutato Messina Denaro a sfuggire all’arresto ci sarebbe stato anche il medico Alfonso Tumbarello, sotto processo perchè avrebbe prescritto delle ricette mediche al boss di Castelvetrano sotto falso nome. Una rete molto diffusa, che non riguardava soltanto familiari, ma persone molto vicine e fedeli all’ex primula rossa. Pezzi di un mosaico che però non è stato del tutto ricostruito.