Attualità
Giovanni Brusca si confessa in un libro
Fu uno dei killer più spietati della mafia
Don Marcello Cozzi è stato vicepresidente di Libera, l’associazione di Don Luigi Ciotti. Ora accompagna i pentiti di mafia nel loro difficile cammino verso una nuova vita. Quando ha incrociato Giovanni Brusca, il criminale capace di sciogliere il piccolo Giuseppe Di Matteo nell’acido e di far saltare in aria un pezzo di autostrada per eliminare Giovanni Falcone ne ha raccolto pensieri, confidenze, stati d’animo fino a farne un libro. Brusca, dopo l’arresto, ha cominciato a parlare acquisendo lo status di collaboratore di giustizia che lo ha portato alla libertà in una località segreta “Quando mi hanno arrestato la gente mi urlava di tutto, ho preso coscienza del male che ho fatto ed è iniziato un incubo infinito e so di essere stato un mostro e che per me non può esserci perdono” dice nel libro l’ex super killer di Cosa Nostra, chiamato “lo scannacristiani”, per anni uno degli uomini più fidati e crudeli di Totò Riina. “Uno così, Giovanni Brusca si racconta” è il titolo del libro. Don Cozzi da uomo di chiesa guarda anche alla sofferenza di Caino e per lui “pure Brusca resta una persona nonostante il male commesso, la morte procurata, il dolore profuso, perché non intendo rassegnarmi all’idea che in fondo la prima vittima di un carnefice è lui stesso”. Infine un passaggio del libro anticipato dall’Ansa in cui Giovanni Brusca racconta la sua infanzia con queste parole: “se avessi avuto una scuola attenta, se quelli del Comune fossero venuti a cercarmi quando in quinta elementare mio padre mi ritirò dalla scuola per mandarmi dietro alle pecore, forse la mia vita non sarebbe andata come è andata e forse io non avrei pensato che era quello l’unico modo di vivere”.