Attualità

Gela, a singhiozzo la radioterapia all’avanguardia

Nonostante i moderni acceleratori lineari, la struttura riesce a trattare solo 8-10 pazienti al giorno, contro un potenziale di 30

di finmedia -

Nella Radioterapia di Gela, all’interno della struttura sanitaria che ospita alcuni tra i più moderni acceleratori lineari del Sud Italia, persistono gravi problemi tecnici che limitano fortemente l’attività. Questa mattina il sindaco Terenziano Di Stefano e l’assessore alla Sanità Filippo Franzone hanno incontrato il dottor Giovanni Cartia per fare il punto della situazione di un quadro che appare abbastanza critico.

La struttura intitolata al compianto Crocifisso Moscato è dotata di tecnologie avanzate, con tre nuovi acceleratori lineari recentemente acquistati dall’ASP, di cui due a Gela e uno a San Cataldo. Tuttavia, infiltrazioni d’acqua dal tetto e il malfunzionamento di due pompe di raffreddamento nella Radioterapia locale stanno riducendo drasticamente la capacità operativa del reparto.

Per garantire il funzionamento degli acceleratori, infatti, i chiller hanno bisogno di 25 litri d’acqua al minuto. L’acqua attualmente disponibile consente trattamenti per un massimo di 1-2 ore al giorno, limitando le cure a soli 8-10 pazienti. In condizioni normali, la struttura avrebbe il potenziale per trattare fino a 30 persone al giorno. A peggiorare la situazione, il fatto che il reparto è costretto a comprare un’autobotte d’acqua ogni giorno, soluzione temporanea che non riesce a soddisfare le esigenze.

Le infiltrazioni d’acqua, inoltre, riguardano anche la zona TAC, aggravando una situazione già precaria. Si stima che la carenza d’acqua faccia perdere alla struttura circa 30 pazienti al mese, costretti a rivolgersi altrove. Una situazione paradossale che oggi l’Amministrazione ha preso in carico.

Nonostante l’avanguardia tecnologica della Radioterapia di Gela, i problemi tecnici continuano così ad alimentare ancora i cosiddetti “viaggi della speranza”. Viaggi che, con la nascita di questo centro, avrebbero dovuto finire, ma che ora sembrano purtroppo destinati a continuare finché non verranno risolte le criticità.