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Edicole funerarie precarie, l’appello al Vescovo Rumeo

Cimitero di Modica, alcune edicole funerarie sono precarie o interdette per motivi di sicurezza ai cittadini. Il professore Piergiorgio Barone, da anni si batte per riconoscere dignità ai defunti sepolti in queste zone. Adesso, con una lettera molto accorata e diretta, si rivolge al vescovo di Noto chiedendo un suo intervento

di Chiara Scucces -

Cimitero di Modica, a giorni il vescovo di Noto, monsignore Salvatore Rumeo, si vorrà confrontare con le autorità competenti sull’annosa questione delle edicole funerario Di Vittorio; era stato interpellato dal professore Piergiorgio Barone che da tempo denuncia le condizioni di pericolo e prive di dignità di circa quattromila loculi della parte monumentale del camposanto, chiusi alla fruizione pubblica per motivi di sicurezza. Risultato: i parenti non possono portare fiori ai loro cari defunti. Il professore Piergiorgio Barone, stavolta si è rivolto al Vescovo della Diocesi di Noto, Mons. Salvatore Rumeo, sperando in un autorevole intervento. Barone usa parole molto dirette e ricorda come “con raccolte di firme, richieste di incontri, mail pec, lettere raccomandate, tanti cittadini si sono rivolti all’allora sindaco  Ignazio Abbate, all’attuale sindaca Maria Monisteri, due anni fa anche alla commissaria straordinaria  Domenica Ficano. E poi agli assessori al ramo per un intervento di recupero e salvaguardia. Solo il Genio Civile è intervenuto ed  ha ordinato al Comune un transennamento che doveva essere di tutto l’adiacente viale San Massimo e che, invece, è stato deciso di chiudere per metà. Purtroppo- si legge nella lettera di Barone- si è giunti a questo punto per l’incuria della società cooperativa Di Vittorio che doveva gestirla e che è stata smantellata nei suoi organi amministrativi, mostrando come tutti gli utili realizzati con la vendita di circa quattromila loculi erano finiti nelle tasche di privati. Nulla era stato ammortizzato, messo da parte, per interventi ordinari e straordinari. D’altro canto, è pressoché impossibile l’intervento ricostruttivo da parte dei parenti dei defunti in quanto non possono legalmente intervenire. La sindaca Monisteri prospetta soluzioni tramite la ditta Servizi Cimiteriali Modica, che mostratasi prima disponibile ad un intervento di recupero, in cambio di una concessione comunale di suolo cimiteriale, ha fatto calare adesso il silenzio.  La cosa che più mi inquieta- continua Barone- è il silenzio totale dei sacerdoti della città, che, pronti a far festa per la nuova cappella cimiteriale, stanno poi in silenzio su tante altre cooperative di edicole funerarie tutte anch’esse in condizioni strutturali pietose. Questi sacerdoti giovani, adulti, anziani che siano, guidati dalla tua mano pastorale a Modica devono assolutamente farsi interpreti della dignità di chi ci ha preceduto Nessuno, caro fratello Salvatore, può pensare che a Modica accada quello che è accaduto negli ultimi anni in tanti altri cimiteri italiani?”

Il vescovo di Noto, come detto, ha preso l’impegno di incontrare quanto prima le autorità competenti per cercare una soluzione definitiva a questa triste vicenda e ricorda come la problematica legata al Cimitero non sia riconducibile solamente agli ultimi “otto anni”, ma ci sono delle inadempienze e responsabilità da cercare molto indietro nel tempo. Spezza poi una lancia per i sacerdoti contro cui il professore Barone ha puntato il dito, ma prospettando un suo intervento anche su questo: “Ho dialogato con i sacerdoti – scrive monsignor Rumeo. Li ringrazio per come si spendono ogni giorno per gli altri, non dimenticando che da giugno 2025 metteremo mano, a conclusione del Sinodo della Chiesa italiana, al nostro piano pastorale diocesano, strumento indispensabile per una vera riforma della Chiesa!”