Agrigento

Dieci indagati per incendio doloso e altri crimini VIDEO

L’incendio, appiccato il 20 gennaio al centro di stoccaggio sotto sequestro da due anni, ha provocato una nube tossica che ha costretto il sindaco di Licata a chiudere scuole

di Sergio Randazzo -

I carabinieri del Comando provinciale di Agrigento e lo Squadrone Eliportato Cacciatori Sicilia hanno eseguito misure cautelari nei confronti di 10 persone coinvolte in un incendio doloso che ha interessato la ditta Omnia srl di Licata. Le misure comprendono 4 arresti in carcere, 2 agli arresti domiciliari, 3 obblighi di dimora e un obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

Il rogo e le conseguenze

L’incendio, appiccato il 20 gennaio al centro di stoccaggio sotto sequestro da due anni, ha provocato una nube tossica che ha costretto il sindaco di Licata a chiudere scuole, cimiteri e ville per quasi un mese. Le analisi condotte dall’Arpa Sicilia hanno rilevato livelli di sostanze tossiche nell’aria ben superiori ai limiti consentiti, evidenziando una grave emergenza ambientale.

Le indagini e gli arresti

Lo scorso 16 ottobre, tre persone erano già state arrestate, due delle quali ritenute corresponsabili dell’incendio. Le nuove misure cautelari eseguite oggi a Canicattì, Campobello di Licata e Ravanusa seguono mesi di intercettazioni telefoniche e ambientali condotte dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Agrigento. Le indagini, durate circa 10 mesi, hanno rivelato un quadro complesso di micro e macrocriminalità, collegando i responsabili a episodi di violenza e intimidazione.

Gravi episodi di criminalità

La pericolosità degli indagati emerge dal possesso di armi da fuoco, reati contro il patrimonio, e un clima di violenza diffuso. Tra i reati contestati vi è anche un tentato omicidio, in cui uno degli arrestati avrebbe aggredito con una spranga di ferro un cittadino extracomunitario senza alcun movente apparente.