Palermo
Depistaggio Borsellino: PG, ‘Scarantino è stato indottrinato dai poliziotti’
Queste affermazioni fanno parte del processo in corso e saranno valutate attentamente dalla Corte d'Appello di Caltanissetta
Nel processo d’appello sul presunto depistaggio relativo alla strage di via D’Amelio, il procuratore Maurizio Bonaccorso ha sostenuto che il falso collaboratore di giustizia Vincenzo Scarantino è stato “indottrinato” dai poliziotti che sono oggi sotto processo. Questa dichiarazione è stata fatta durante la requisitoria presso la Corte d’Appello di Caltanissetta.
Secondo il pm Bonaccorso, c’è una discrepanza
Il magistrato ha fatto riferimento a un’annotazione d’indagine, di cui le tracce erano state perse, relativa a sopralluoghi condotti il 28, 29 e 30 giugno 1994 da parte dei poliziotti del gruppo “Falcone e Borsellino”, guidato da Arnaldo La Barbera, insieme al falso pentito Scarantino. Questi sopralluoghi sono stati successivamente inclusi in una relazione datata 1 luglio, di cui si è avuta conoscenza solo pochi mesi fa. Secondo il pm Bonaccorso, c’è una discrepanza evidente tra gli obiettivi dei sopralluoghi e le dichiarazioni di Scarantino del 24 giugno. Scarantino ha affermato di aver partecipato a una riunione presso la villa di Giuseppe Calascibetta con Rina e altri boss mafiosi, ma ha omesso la presenza di Brusca, che secondo lui sarebbe arrivato successivamente. Il procuratore ha ipotizzato che questi sopralluoghi siano stati un tentativo di indottrinare Scarantino, mostrandogli il luogo dove sarebbe stata preparata l’auto carica di tritolo per la strage di Via D’Amelio.
I poliziotti non sono stati considerati credibili
Il pm Bonaccorso ha anche evidenziato che i poliziotti non sono stati considerati credibili durante il processo, a causa del grande numero di “non ricordo” durante il dibattimento. Queste affermazioni fanno parte del processo in corso e saranno valutate attentamente dalla Corte d’Appello di Caltanissetta nell’ambito delle udienze e delle indagini in corso.
