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Cybercrimi: 44,6% dei bambini è online sui social

A Palermo il convegno della Fondazione Magna Grecia. Per la Ministra Roccella “non servono crociate ma consapevolezza nell’utilizzo delle nuove tecnologie”

di piero messina per sicilia on demand -

Abbandonati davanti a uno smartphone, i giovani di oggi rischiano di essere inghiottiti dalla dipendenze, quelle hitech e quelle della vita quotidiana. L’allarme è stato lanciato al primo Cyberforum Crime, organizzato a Palermo dalla Fondazione Magna Grecia. Per Nino Foti, presidente della Fondazione che ha organizzato il forum, “E’molto difficile per le autorità statali raggiungere e contrastare le tecnologie di cui si avvale oggi il mondo della criminalità organizzata”.

Le nuove tecnologie vanno governate, per evitare che il liberi tutti col mondo digitali, diventi un liberi tutti che porti i giovani a cadere succubi nel mondo delle droghe. Il nesso sembra impalpabile ma esiste davvero. Per il Procuratore del Tribunale dei Minori di Palermo, Claudia Caramanna, “sono fenomeni correlati, che vivono in parallelo, perché quello che li accomuna è l’isolamento di questi ragazzini, la fragilità delle nuove generazioni”.  

Il magistrato ha anche  fornito i dati della “dipendenza” dei minori da device hi tech e reti social: Il 44,6% di bambini nella fascia tra i 6 e i 10 anni quotidianamente utilizzano internet ed accedono a piattaforme come TikTok, Instagram o altro. E’ chiaro che questo crea i presupposti per una dipendenza in età futura. Tutti gli studi internazionali sconsigliano fino ai 2 anni l’uso della televisione, immaginiamo cosa significa consegnare i cellulari a dei bambini senza rendersi conto dei danni che tutto questo crea nei minori perché genera una vera e propria dipendenza dai social.

Anche il governo nazionale è impegnato a creare degli strumenti di controllo, tutto passa dal sostegno alle famiglie. Ma nessun veto assoluto contro social e mondo digitale. Per la Ministra Eugenia Roccella, “Non è assolutamente una crociata contro i social media. Sappiamo che i social media sono insieme un’opportunità e un rischio, come tante delle cose che la modernità ci ha proposto. Quello che vogliamo e che dobbiamo fare è innanzi tutto aumentare la consapevolezza, informare, sia i protagonisti, quindi giovani, sia gli adulti di riferimento, ovvero i genitori e gli insegnanti. E’ vorremmo anche che ci fosse una volontà e una capacità di controllo, da parte soprattutto della famiglia, su come vengono usati i nuovi mezzi tecnologici dai ragazzi”.

Aprire al mondo delle nuove tecnologie è dunque inevitabile. Esiste però la necessità di un momento di controllo per evitare le infiltrazioni criminali. Tema che è stato sviluppato dal Magistrato contabile  Antonello Colosimo:  su cybecrime, criminalità organizzata e giovani “non siamo all’anno zero. Il nostro Paese è sempre portato a considerare che i fenomeni che arrivano ci trovano impreparati ma non è vero. Abbiamo un’agenzia nazionale, presieduta dal prefetto Frattasi, che opera e che senza clamore assicura uno scudo di protezione al nostro sistema. Inoltre anche le ulteriori e ultime direttive comunitarie ci danno uno spettro di protezione normativa molto forte e le forze di sicurezza hanno raggiunto un grado di specializzazione altissimo. Noi siamo uno dei paesi primi ad aver costituito la Polizia delle comunicazioni che è una eccellenza del nostro Paese”.