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Crack, la Sicilia ha una legge per combatterlo

Voto unanime all’Ars per il ddl considerato il primo passo per intervenire su questa piaga che sta distruggendo una generazione

di piero messina per sicilia on demand -

La Sicilia ha una legge per combattere il crack, la terribile droga diffusa tra giovani e giovanissimi.  L’Assemblea regionale ha approvato gli articoli del ddl che istituisce un sistema di prevenzione e assistenza in tutta la regione. Adesso si attende il voto finale per ratificare l’approvazione. E’ una legge voluta da tutte le forze politiche del parlamento regionale e dal Governo, presieduto da Renato Schifani.

Ismaele La Vardera, primo firmatario del ddl, ha spiegato “che la legge è un punto di partenza, lo sappiamo. Riconosco a Schifani di aver sostenuto questa legge. E’ importante. Quel che stupisce è invece l’assenza del governo nazionale. Perché il crack è un problema di tutto il paese. In certi quartieri potrebbe essere necessario l’invio dell’esercito”.

La legge è stata concepita dal basso, ascoltando le esigenze di chi opera sul territorio. Verranno create unità mobili composte da medici e assistenti sociali delle Asp, pronte a intervenire direttamente nei quartieri più a rischio delle città siciliane. La legge ha una copertura finanziaria di oltre 11 milioni di euro. Nessuno si illude che questo pacchetto sia sufficiente a sconfiggere il crack e il network criminale che lo distribuisce. Ma è un primo passo avanti, il segno di una svolta. Come spiega Francesco Zavatteri, il papà di Giulio, un adolescente strappato alla vita dal crack. “Non ci sono più alibi, diciamolo chiaramente, Chi non si impegna in questa lotta diventa complice di quei mercanti di morte”.

I 16 articoli della legge sono stati approvati con il voto unanime del Parlamento, a conferma della forte volontà politica di affrontare l’emergenza. L’approvazione della legge è stata fortemente sollecitata dall’arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice, che ha denunciato la gravità della situazione in alcuni quartieri del capoluogo, come Ballarò.