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Comiso: aeroporto o deserto dei Tartari?

Si torna a puntare i riflettori sull'aeroporto di Comiso che sembra un aeroporto fantasma. Deserto o quasi e affidato in particolare ad una compagnia aerea che senza preavviso ha sospeso alcune tratte e continua a proporre prezzi medio-alti.

di Chiara Scucces -

Cosa vi viene in mente se vi diciamo Deserto dei Tartari? O il romanzo di Dino Buzzati o, comunque, uno scenario come questo, ad esempio. Bene, a quelli del movimento Punto a Capo viene in mente l’aeroporto di Comiso e tornano ad intervenire sulla gestione dello scalo ibleo. Gli esponenti del direttivo del Movimento Antonio Prelati, Biagio Cirica, Toti Miccoli e Anthony Incorvaia si chiedono quale sia la strategia della Sac visto che continuano ad essere tagliati voli su voli. Di Comiso non si parla più e dopo l’emergenza estiva etnea e il sit in di protesta di settembre tutto è ritornato in un silenzio che assordante è dir poco. In questo silenzio c’è uno scalo aeroportuale che si affida per la maggior parte a una compagnia aerea che cambia, spesso e volentieri, orari e giorni di voli già acquistati dagli utenti creando non pochi disagi e che di recente ha tagliato sino alla fine di marzo importanti collegamenti come quelli verso Pisa e Bologna. Senza contare che i prezzi, comunque, rimangono altissimi anche per collegamenti basilari come per Roma o Bergamo; anche il primo cittadino acatese Gianfranco Fidone ha preso posizione in merito. “Nelle ultime settimane l’aeroporto sembra fantasma. Il territorio merita tutto ciò? E’ il momento che la Sac risponda chiaramente e pubblicamente del suo operato su Comiso e che si assuma le responsabilità delle tante debacle collezionate: dalla gestione dell’emergenza incendio sino alla fuga di Ryanair e all’arrivo di Aeroitalia che non ha, evidentemente, rilanciato l’aeroporto”.