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Casa confiscata e assegnata, gli inquilini fuggono

La casa è nei pressi di via Decollati. L'ultima intimidazione una molotov sul balcone

di Redazione -

Sta suscitando scalpore la decisione di quattro famiglie palermitane di rinunciare a una casa popolare assegnata loro in via Decollati, confiscata a un mafioso. Le motivazioni dietro questa scelta restano incerte, ma potrebbero essere legate al timore di ritorsioni, a pressioni intimidatorie o a una distorta interpretazione del concetto di rispetto verso l’ex proprietario. Il Comune di Palermo, attraverso l’assessore ai Beni confiscati e legalità, Brigida Alaimo, ha espresso forte preoccupazione, definendo l’episodio un “gesto che non può essere sottovalutato e che richiede la massima attenzione da parte di tutti gli organi competenti”. L’assessore ha sottolineato come il fatto sia inaccettabile e rappresenti una minaccia al lavoro delle istituzioni nella lotta alla mafia e al ripristino della legalità.

Le quattro famiglie assegnatarie della casa popolare confiscata a un mafioso hanno dovuto affrontare una situazione di grande pressione e paura. Nonostante abbiano firmato l’affidamento in lacrime, sperando di risolvere la loro emergenza abitativa, sono state costrette a fuggire di notte per ben quattro volte. Attorno all’abitazione, infatti, vivono i parenti del mafioso a cui l’immobile è stato confiscato, e questi hanno cercato in ogni modo di intimidire gli affidatari, creando un clima di tensione insostenibile. Queste azioni di intimidazione hanno spinto le famiglie a rinunciare a un’opportunità che rappresentava per loro una soluzione abitativa, ma che, di fatto, si è trasformata in un incubo a causa delle pressioni subite.