Attualità
Bilanci comunali, Sicilia in affanno
L'82% dei comuni italiani ha approvato il bilancio di previsione entro la data prevista del 28 febbraio
C’è un’Italia che programma e un’altra che arranca. E la Sicilia, purtroppo, resta indietro. Solo il 32% dei comuni siciliani ha approvato nei tempi previsti – entro il 28 febbraio – il bilancio di previsione 2025-2027. Lo rivela un’elaborazione del Centro Studi Enti Locali, che mette in luce una disparità sempre più marcata tra Nord e Sud.
Le difficoltà emergono con forza a livello provinciale. Nell’agrigentino, solo tre comuni su 43 sono riusciti a rispettare le scadenze. Appena il 7%. Poco meglio fanno Caltanissetta (23%) e Catania (24%). Siracusa si ferma al 33%, Palermo al 37%, Messina al 38%, Enna e Ragusa rispettivamente al 40% e 42%, Trapani al 44%.
Al di là delle percentuali, ci sono amministratori e cittadini che convivono con la difficoltà di gestire servizi essenziali senza certezze economiche. I ritardi spesso derivano da strutture comunali fragili, carenza di personale, bilanci già in sofferenza e procedure burocratiche complesse. Una condizione che non può più essere ignorata.
“Non è solo una questione di puntualità – sottolinea il Centro Studi – ma di uguaglianza tra territori. Dove mancano strumenti e risorse, servono interventi mirati, senza attendere tempi incerti legati alla riforma della contabilità pubblica. La Sicilia, come altre aree del Sud, ha bisogno di sostegno ora”.