Cronaca

Anziani maltrattati in casa di cura, intervengono i Nas

La struttura è stata ora sequestrata con nomina, da parte del G.I.P. di apposito amministratore giudiziario

di valentina di rosa -

29 anziani ospitati in una casa di cura a Ragusa per anziani e disabili non in grado di contenerli adeguatamente perché piccola rispetto al numero con personale carente e non qualificato che è arrivato perfino alla somministrazione, specie in orario notturno e senza prescrizione medica, di farmaci ipnoinducenti, al solo scopo di poterli gestire. La struttura è stata ora sequestrata con nomina, da parte del G.I.P. di apposito amministratore giudiziario.

Su disposizione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Ragusa, i Carabinieri del NAS di Ragusa, con la collaborazione dei Carabinieri di quel Comando Provinciale, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza applicativa di misure cautelari emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale nei confronti otto soggetti, due dei quali destinatari della misura cautelare personale degli arresti domiciliari e sei di misure interdittive. I gestori e alcuni dipendenti sono gravemente indiziati in concorso tra loro del reato continuato di maltrattamenti, abbandono di incapaci ed esercizio abusivo della professione medica ed infermieristica a causa della somministrazione arbitraria di farmaci.

Le indagini, ricadenti nell’ambito di servizi disposti in campo nazionale dal Comando Carabinieri per la Tutela della Salute di Roma, d’intesa con il Ministero della Salute, sono state coordinate dalla Procura della Repubblica di Ragusa e condotte dal NAS di Ragusa con servizi di osservazione, pedinamento, ispezioni e mediante attività tecnica di intercettazione telefonica ed ambientali. Lo scopo degli indagati sarebbe stato quello di massimizzare i profitti a discapito degli utenti, spesso lasciati in condizioni igieniche precarie e vittime di condotte oppressive quali strattonamenti, urla e spesso costretti a dormire in letti pieghevoli e fatiscenti. Tutte le ipotesi accusatorie, allo stato condivise dal G.I.P., dovranno trovare conferma nel contraddittorio tra le parti.