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Alluvione Stromboli, abitanti in protesta
La paura dell'arrivo di piogge. Nella provincia di Messina sono tornati a protestare gli abitanti di Stromboli e Ginostra in ginocchio dopo l’alluvione dell’ottobre scorso e le ultime piogge. La situazione in cui versa l’isola fa sempre più paura e i necessari interventi di messa in sicurezza sembrano ancora lontani. Intanto la Regione ha chiesto lo stato di emergenza nazionale
Striscioni, cartelli, rabbia e richieste concrete di aiuto. Stromboli è scesa in piazza per protestare contro la gestione dell’emergenza da parte delle istituzioni, e le promesse di messa in sicurezza del territorio che da anni non vengono mantenute.
Un corteo che ha visto i residenti partire da piazza San Vincenzo per poi attraversare tutte le viuzze dell’isola ancora segnate dal passaggio delle colate di fango e detriti e arrivare al molo. Ogni temporale fa aumentare la paura degli isolani, soprattutto nella piccola frazione di Ginostra che sta pagando il prezzo più alto dopo l’alluvione dell’ottobre scorso.
I torrenti che attraversano l’isola rappresentano ormai un pericolo sempre maggiore per gli isolani in ginocchio e stanchi di una situazione non più accettabile. Un dissesto idrogeologico peggiorato esponenzialmente dopo il grave incendio del 2022 che ha devastato l’isola durante le riprese della fiction sulla protezione civile; e sul quale incide anche la cenere vulcanica che si è depositata dopo le recenti eruzioni.
Intanto la Regione si è già attivata per chiedere al consiglio dei ministri di dichiarare per l’isola di Stromboli lo stato di emergenza nazionale della durata di un anno. Una misura che va ad aggiungersi a quella analoga varata a livello regionale lo scorso 21 ottobre, e che ha permesso di stanziare 2,8 milioni di euro per gli interventi prioritari.
Secondo una stima della Protezione Civile, l’importo dei danni e degli interventi necessari alla mitigazione dei rischi si aggira intorno ai 5 milioni di euro. Numeri sicuramente importanti, ma che tuttavia non rappresentano lo stato d’animo degli isolani in preda ad una paura che aumenta con l’arrivo dell’inverno.