Attualità

Addio a Totò Schillaci

Funerali celebrati in Cattedrale

di Emiliano Di Rosa -

Il feretro è passato stamattina prima dal quartiere popolare CEP dov’è nato e dove a un pallone rammendato aveva cominciato a dare i primi calci, poi dalla sua Scuola di Calcio, infine è entrato in Cattedrale. Una folla enorme e un numero impressionante di giornalisti e telecamere per i funerali di Totò Schillaci.

In prima fila il presidente della Federazione italiana gioco calcio, Gabriele Gravina, e Beppe Bergomi compagno di squadra in quella nazionale che sfiorò la vittoria ai mondiali del 1990. Dentro la Cattedrale durante la cerimonia si è sentito il medesimo affetto dimostrato in questi giorni non solo dal mondo del calcio e dello sport italiano ma da milioni di persone che hanno vissuto il sogno delle “Notti magiche” e hanno amato e continueranno ad amare il talento, l’impeto e l’umiltà di Schillaci. “Totò è il volto bello della Palermo che non molla e ha trasmesso luce”, ha detto il parroco della cattedrale, Filippo Sarullo, nell’omelia mentre l’arcivescovo Corrado Lorefice ha benedetto il feretro.

Finita la messa, finiti i funerali dell’idolo di Italia ’90 citiamo un passaggio dal suo libro “Il gol è tutto” quando Schillaci ricorda il 26 novembre 1989 alla fine di Juve-Napoli …  “Totò!”, sento chiamare con accento sudamericano. Mi giro e mi trovo davanti Maradona che mi porge la maglia, la sua 10, e chiede la mia. È un istante: incrocio i suoi occhi, mi vedo in una sorta di specchio. E mi rendo conto che, se mi ha scelto, è perché è come se avesse annusato l’aria, se avesse sentito il suo stesso odore. Quello dei quartieri popolari e dei campetti in terra battuta, della povertà e della fatica, che ci porteremo dietro per tutta la vita”. Così scriveva Totò Schillaci, un grande calciatore, un uomo che quando gli chiedevano l’autografo scriveva il nome e aggiungeva “grazie” …