Attualità

Madri e cronaca nera, un fenomeno in preoccupante crescita

Marziale, in ascesa ruolo madri in prostituzione minorile

di massimilianoadelfio -

“Due madri ci vengono consegnate dalla cronaca orrorifica degli ultimi giorni. Quella di Villa San Giovanni, che avrebbe soffocato il nipotino appena partorito dalla figlia tredicenne, e quella che avrebbe lasciato la propria bambina di appena 11 anni, nel catanzarese, in balìa del convivente senza fare nulla per fermare i ripetuti abusi sulla minore. Non vorrei che ciò passasse come una novità, perché il fenomeno è statisticamente e drasticamente esponenziale”, dichiara Antonio Marziale, sociologo e garante per l’infanzia e l’adolescenza della Regione Calabria.

I vari casi

“È accaduto a Genova, dove una madre è stata condannata per aver fatto prostituire le figlie minorenni con la complicità del compagno,” rileva Marziale, “così come nel salernitano, complici il padre dei bambini ed il compagno della donna. A Sassari, una donna faceva prostituire la figlia di 15 anni. A Torino, una madre vendeva online la figlia quindicenne in cambio di bonifici sulla carta di credito. A Ragusa, una donna costringeva alla prostituzione la figlia di 13 anni in cambio di sigarette e vino. Con un rituale spettrale, fatto di candele, incenso e formule magiche, a Foggia, una madre lasciava che i suoi figli di 11 e 14 anni venissero violentati e abusati sessualmente per liberare le mura domestiche da chissà quale sortilegio. Si potrebbe scrivere un tono enciclopedico di casi similari accaduti soltanto negli ultimi anni, ma tanto basti a confermare il ruolo in ascesa di tante, troppe, madri in crimini così efferati e depravati”.

Il ruolo delle donne

“Eppure”, evidenzia il Garante, “il ruolo delle donne nella tutela dei minori è centrale, perché rappresentativo di due debolezze: quella delle stesse donne, che non sono deboli in assoluto, ma lo diventano in determinati contesti, e quella dei minori che sono deboli fisiologicamente, ma non permanentemente. È paradossale che proprio la donna sia nella cabina di regia di violenze su minori di prossimità, quando molti minorenni hanno salvato le proprie madri dalla violenza assistita perpetuata da mariti e compagni, a rischio di compromettere la propria esistenza, con il coraggio dell’amore”.

“Non basta liquidare il tutto ascrivendolo alla voce ‘degrado sociale'”, conclude Marziale, “perché siamo chiamati a fare i conti con uno snaturamento del ruolo sul quale è bene indagare e che fa il paio con le coraggiose madri baresi, improvvisatesi detective pur di salvare le figlie da un orrendo giro di prostituzione minorile. Dunque esiste ancora la normalità, ma l’ascesa della complicità femminile in fatti di prostituzione minorile comincia ad essere emergenziale”.