Catania

I finanzieri eseguono 7 misure cautelari per traffico illecito di rifiuti VIDEO

Questa attività investigativa fa parte degli sforzi della Procura della Repubblica e della Guardia di Finanza di Catania per reprimere i reati ambientali

di Sergio Randazzo -

I finanzieri del Comando Provinciale di Catania hanno eseguito un’ordinanza emessa dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale locale, che ha disposto misure cautelari personali nei confronti di 7 individui. Questi soggetti sono ritenuti coinvolti, in varie capacità e in collaborazione con altri 11 individui, in reati quali traffico organizzato di rifiuti, truffa, e falsità commesse da pubblici impiegati incaricati di un servizio.

L’indagine ha avuto origine da una denuncia presentata nel 2022 dalla società responsabile del servizio di Igiene Ambientale relativo al lotto “centro” del Comune di Catania.

La denuncia segnalava comportamenti sospetti di alcuni dipendenti, i quali avrebbero movimentato rifiuti di dubbia provenienza utilizzando mezzi dell’azienda senza autorizzazione, per poi conferirli in discarica. Le indagini, condotte da unità specializzate del GICO del Nucleo PEF, hanno evidenziato un sistema fraudolento per lo smaltimento illecito di rifiuti. In questa fase delle indagini, sono stati coinvolti diversi dipendenti dell’azienda di raccolta dei rifiuti, un proprietario di un’area utilizzata per lo stoccaggio abusivo di spazzatura, e gli imprenditori coinvolti nell’attività di raccolta abusiva, tra cui il rappresentante legale di una società di Priolo Gargallo (SR).

L’obiettivo era ottenere un guadagno ingiusto

Risparmiando sui costi di smaltimento dei rifiuti per gli imprenditori e ottenendo compensi per gli altri partecipanti all’attività illegale. In particolare, è emerso che uno dei principali coordinatori dell’attività abusiva era un dipendente della società denunciante, il quale si avvaleva della complicità di altri dipendenti. I rifiuti aziendali da smaltire illegalmente venivano inizialmente concentrati in un’area detta “il garage”, dove venivano caricati sui mezzi dell’azienda senza che l’azienda ne fosse a conoscenza. Successivamente, i rifiuti venivano trasportati in discarica o mescolati ad altri rifiuti solidi urbani prima di essere smaltiti. Il Giudice ha quindi emesso misure cautelari, tra cui l’obbligo di dimora per il detentore del sito di stoccaggio e 5 dipendenti dell’azienda denunciante. Inoltre, il legale rappresentante della società di Priolo Gargallo (SR) è stato sottoposto a divieto temporaneo di esercitare attività imprenditoriale per un anno. Questa attività investigativa fa parte degli sforzi della Procura della Repubblica e della Guardia di Finanza di Catania per reprimere i reati ambientali.