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Il gender gap che umilia il ruolo della donna nella società

Tante le iniziative, gli eventi, le manifestazioni, i momenti di riflessione organizzati in occasione della Giornata internazionali dei diritti delle donne. I numeri ci descrivono una situazione ancora caratterizzata da divari di genere e discriminazioni. Alcuni di questi dati sono stati esposti nel corso di "Donne e infortuni. Le protagoniste si raccontano”, evento organizzato da ANMIL Ragusa.

di Chiara Scucces -

Numeri avvilenti quelli raccontati oggi durante l’evento “Donne e infortuni. Le protagoniste si raccontano”, organizzato da ANMIL in occasione dell’otto marzo. Numeri che hanno messo nero su bianco non solo di dati degli infortuni sul lavoro declinati al femminile, ma il gender gap che sancisce l’assurdo divario di genere nel nostro Paese. Da molti decenni ormai le donne italiane hanno raggiunto notevoli ed importanti traguardi all’interno della società, ma detengono ancora un potere sociale e politico del tutto inadeguato e

sono ancora molto lontane dagli standard femminili dei Paesi occidentali più avanzati e anche dai livelli dei colleghi italiani nonostante le donne in Italia siano notoriamente più istruite degli uomini. Eppure, le donne in Italia sono appena il

27% dei dirigenti; e nonostante in campo lavorativo le donne abbiano fatto passi da gigante, raddoppiando in quarant’anni la percentuale delle donne occupate,   permangono problemi di fondo difficili da scalfire: nel nostro Paese il più delle volte l’emancipazione della donna e la sua partecipazione al mercato del lavoro sono fortemente condizionate dal suo triplice ruolo di moglie/madre/lavoratrice.

Il risultato, dunque, è che le donne presentano un gap occupazionale eclatante sia all’interno rispetto agli uomini, che all’esterno rispetto alle lavoratrici del resto d’Europa e degli altri Paesi occidentali avanzati. I dati ISTAT relativi al terzo trimestre 2023 rivelano che in Italia il tasso di occupazione femminile (è pari al 52,2%. Tale valore risulta inferiore a quello di tutti gli altri Paesi dell’Unione Europea e più basso di 13,7 punti rispetto a quello medio europeo che è pari al 65,9%; le donne italiane sono, inoltre, molto lontane anche dal tasso di occupazione maschile italiano che è pari al 70,9%. Gli altri numeri sono consultabili nel report stilato dall’ANMIL ma non fanno altro che suggellare quanto detto finora. Numeri che diventano ancora più sconfortanti se si innestano con quelli degli infortuni: in Sicilia nel 2023 vi sono stati ben 25.914 infortuni totali, di cui 8.739 hanno riguardato le Donne. Un numero da non sottovalutare, se si pensa che le donne generalmente non sono occupate nelle attività ad alto rischio infortunistico, nelle quali è molto più presente la componente maschile.  Questa mattina l’evento è stato voluto per richiamare l’attenzione su quanto sia ancora necessario fare per risvegliare l’impegno collettivo per superare discriminazione di genere, ostacoli e resistenze che la questione richiama. Quanto bisogna impegnarsi per scardinare gli stereotipi e le cattive abitudini culturali e creare così le condizioni affinché le donne possano accedere a tutti i settori professionali a cui ambiscono, compresi quelli ancora monopolizzati dagli uomini.