Cronaca

Spaccio di droga ad Augusta, 11 misure cautelari; a gestire il ‘giro’ una donna di 60 anni

I crediti sarebbero stati annotati in appositi libri mastro

di Sergio Randazzo -

Nel corso dell’attività investigativa sarebbe emerso che un ruolo di particolare importanza era rivestito da una donna di 60 anni che gestiva, all’interno della propria abitazione, un vero e proprio laboratorio e centro di spaccio, dove, ricevuta la droga, solitamente cocaina, provvedeva a lavorarla, per trasformala in crack e cedere le singole dosi agli assuntori, a credito o dietro corrispettivo.

Il ruolo della donna

La donna invitava gli acquirenti a recarsi presso la propria abitazione per l’attività di compravendita. Quest’ultima sarebbe stata aiutata stabilmente da alcuni collaboratori che si adoperavano per trasportare la droga da Catania ad Augusta.Il quantitativo di droga ceduto dai soggetti indagati era in media tra i 200 e 250 grammi a settimana. I proventi sarebbero confluiti nelle casse della donna, mentre i suoi coadiutori sarebbero stati soddisfatti con altre utilità, offerte per i servizi prestati, quali, in particolare, una dose di droga. In alcune occasioni la droga sarebbe stata ceduta a credito e, dunque, senza corrispettivo, a diversi acquirenti, al fine di fidelizzare il cliente.

Libro mastro

I crediti in questione, poi, sarebbero stati annotati in appositi libri mastro. Per recuperare il denaro dai propri creditori la donna al vertice del sodalizio, da una parte si sarebbe servita della collaborazione di suoi fedelissimi che, dietro minacce o atti di violenza, recuperavano per suo conto la somma, o minacciavano trattenendo le carte del Reddito di cittadinanza di alcuni assuntori, a titolo di pegno. La donna poi si recava in piena notte presso l’ATM dell’Ufficio Postale più vicino per prelevare, con ciascuna carta, il contante massimo prelevabile, così evitando che i soggetti suoi debitori potessero sperperare il denaro che le spettava.