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La moglie di Daouda Diane chiede giustizia
L'appello lanciato dalla Costa d'Avorio per il tramite di Don Luigi Ciotti
“Sono Awa. La moglie di Daouda. Voglio giustizia, aiutatemi per fare luce su quello che e’ successo a Daouda e sulla sua sparizione. Ho fiducia e conto sulla giustizia”. E’ l’appello della moglie dell’ivoriano Daouda Diane, mediatore culturale scomparso il 2 luglio scorso ad Acate, in provincia di Ragusa, in circostanze rimaste oscure ma che hanno a che fare con il lavoro nero e il caporalato nell’area. La moglie di Daouda, come riporta l’agenzia AGI ha incontrato Luigi Ciotti e una delegazione di Libera in Costa d’Avorio. La donna ha ricordato che il marito aveva lasciato la Costa D’Avorio per venire a lavorare in Sicilia. Aveva trovato un secondo lavoro che lo vedeva operaio in una azienda di calcestruzzi di Acate. Dal 2 luglio di lui non si hanno piu’ notizie, sono passati dieci mesi, nessuna traccia, nessun indizio. La Procura ha aperto, contro ignoti, un fascicolo per omicidio e occultamento di cadavere. “Abbiamo il dovere di continuare a cercare la verita’ – ha commentato Luigi Ciotti, presidente di Libera durante l’incontro- perche’ solo cosi’ si puo’ costruire un percorso di giustizia”. Don Luigi Ciotti lo scorso primo maggio aveva partecipato ad una manifestazione organizzata dalle sigle sindacali per Daouda e per porre la giusta attenzione sui temi della giustizia sociale