Palermo

Truffe agli anziani spacciandosi per carabinieri: arrestati due catanesi tra Corleone e Prizzi

La messinscena: finti arresti e richieste di cauzione

di Sergio Randazzo -

Due uomini di 36 e 47 anni, entrambi originari di Catania e già noti alle forze dell’ordine, sono stati arrestati dai carabinieri delle Compagnie di Lercara Friddi e Corleone, con il supporto della Stazione di Prizzi, per truffa aggravata ed estorsione in concorso.
Secondo quanto ricostruito, i due si sarebbero finti carabinieri e, con un copione studiato nei dettagli, avrebbero convinto una anziana di Corleone a consegnare loro tutti i soldi in suo possesso, con la falsa motivazione di dover pagare una cauzione per liberare un familiare coinvolto in un grave incidente stradale.

L’intervento dei veri carabinieri

La vittima, una volta realizzato di essere stata raggirata, ha subito allertato i carabinieri fornendo una descrizione dettagliata dei truffatori e del veicolo utilizzato. L’allarme è stato immediatamente diffuso a tutte le pattuglie in zona. A Prizzi, grazie anche alle segnalazioni di cittadini insospettiti dalla presenza di due uomini con accento catanese, una pattuglia della Stazione locale è riuscita a intercettare l’automobile sospetta, parcheggiata nei pressi dell’abitazione di un’altra potenziale vittima.

Colti sul fatto e trovati con la refurtiva

Pochi istanti dopo l’inizio dell’osservazione, i militari hanno notato uno dei due uomini avvicinarsi all’auto con in mano un involucro. A quel punto è scattato il controllo: i due sono apparsi subito nervosi e non sono riusciti a giustificare la loro presenza a Prizzi.
Durante la perquisizione, i carabinieri hanno rinvenuto gioielli in oro e pietre preziose per un valore di circa 20mila euro, bottino di una terza truffa appena commessa ai danni di un’altra anziana del posto. Anche in questo caso, con la medesima tecnica: telefonata allarmante e richiesta di denaro per la presunta liberazione di un familiare.

Arresti domiciliari con braccialetto elettronico

La refurtiva è stata immediatamente restituita alla legittima proprietaria. I due catanesi sono stati arrestati e, su disposizione del giudice per le indagini preliminari, sono stati sottoposti alla misura cautelare degli arresti domiciliari con braccialetto elettronico.
Le indagini proseguono per verificare eventuali ulteriori episodi simili avvenuti nella zona.