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Lia Levi e l’importanza di essere testimonianza vivente
Lia Levi, la scrittrice della Memoria, ha incontrato ieri i lettori modicani. L’incontro è stato organizzata dalla Casa Don Puglisi e fa parte di un progetto di consapevolezza dell' essere cittadini e cittadini del mondo; visto il momento storico attuale, l'incontro è stato particolarmente ricco di spunti e riflessioni.
Lia Levi è una giornalista e scrittrice che è sopravvissuta all’Olocausto, definita la Scrittice della Memoria è stata ospite ieri pomeriggio a La Bottega di Casa don Puglisi a Modica per raccontare la sua storia e ricordare che appartiene a tutti. La scrittrice ha incontrato i lettori per presentare il suo nuovo romanzo, “E se non partissi anch’io”: la storia è ambientata all’inizio del Novecento, sulla scena di un mondo che cambia, il romanzo racconta le dinamiche che coinvolgono la comunità ebraica di
Roma. In un’Italia scossa da guerre, ideologie contrastanti e tensioni sociali, la protagonista, la giovane Ida, lotta tra modernità e tradizione; il romanzo riflette su questioni senza tempo, ancora attuali: il senso della conquista, l’illusione dell’emancipazione, il rischio dell’assimilazione. E ai microfoni dei giornalisti Lia Levi ha parlato del seguito che ci sarà.
In dialogo con Maurilio Assenza, presidente della Cooperativa di Casa don Puglisi, Levi ha trasmesso l’esperienza della persecuzione razziale subita in prima persona, visto che sfuggì alle deportazioni naziste nascondendosi in un collegio romano. L’esperienza vissuta si trova alla base dei suoi romanzi di cui il più famoso è certamente Una bambina e basta.
Rispetto a quello che sta succedendo dal sette ottobre del 2023 in poi, e dopo le scioccanti immagini di ieri con lo stop della tregua in Medio-Oriente e la morte di più di 130 bambini in poche ore, Lia Levi ha la sua idea. Ha già dichiarato in altre sedi di vedere gli errori politici del governo israeliano, ma è preoccupata per l’ondata di un nuovo antisemitismo che fa assimilare tutti gli ebrei a Israele e Netanyashu