Attualità
Prima seduta post dissesto con strascichi
Il neo assessore Pietro Armenia si è dimesso da consigliere, è subentrato il primo dei non eletti
E’ stato un consiglio comunale fiume quello di ieri sera al Comune di Modica , il primo ad essere convocato dopo la seduta che ha decretato il dissesto per la città e il cambiamento degli assetti politici di Palazzo San Domenico. Da qui infatti la surroga del consigliere dimissionario Piero Armenia, designato assessore dopo l’azzeramento della giunta da parte della sindaca, e il giuramento dei primi dei non eletti della lista Modica al centro Corrado Roccasalvo che, dopo aver giurato, ha preso posto fra gli scranni, ribadendo poi ai nostri microfoni l’impegno che metterà nel ricoprire questo nuovo ruolo
Una seduta, dunque, per ripristinare il plenum in aula e su altri punti riguardanti la rivitalizzazione economica del Centro storico con i temporary store (punto rinviato) insieme alla richiesta di permesso a costruire e, infine, la mozione dei dodici consiglieri di maggioranza, circa la revisione e adeguamento delle tariffe per la refezione e trasporto scolastico. La mozione è stata approvata ma in parte cassata perchè faceva riferimento ad un emendamento presentato all’ARS dall’onorevole Abbate ma non ancora possibile applicarlo perchè non legge. Fra i punti all’ordine del giorno la relazione della sindaca Maria Monisteri sulla nuova giunta, anche questo un atto dovuto ma che evidentemente non è andato giù ad uno dei precedenti assessori non solo della prima giunta Monisteri ma delle giunte di entrambe le sindacature di Ignazio Abbate, Giorgio Belluardo.
Che, questa mattina, ha rotto il silenzio da quando non è stato riconfermato; con una lunga lettera ai concittadini Belluardo ricorda di aver svolto il suo ruolo con coscienza, trasparenza e passione. Tuttavia, la sindaca, scrive Belluardo, su consiglio di alcuni suoi mentori, ha ritenuto opportuno escludermi dalla giunta, motivando la sua decisione con ragioni prive di fondamento. Secondo loro, il mio ruolo era diventato “ingombrante” e la mia presenza da troppo tempo consolidata. Senza alcun tentennamento, ha deciso di rimuovermi dall’incarico, senza alcun riguardo per la fiducia e l’impegno che avevo riposto nel progetto amministrativo. E poi l’affondo finale: ” Non accetto che chi ha dimostrato incapacità politica si sottragga al giudizio dei cittadini rifugiandosi dietro scuse e false giustificazioni. Se davvero la sindaca crede nella sua amministrazione, abbia il coraggio di restituire la parola ai cittadini, si sottoponga al loro giudizio e accetti con umiltà il responso delle urne.”